Il mese di settembre è stato dichiarato dalla U.S. Pain Foundation mese della consapevolezza sul dolore, allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul dolore cronico, sul suo gravoso impatto e sulle possibilità di cura e gestione di una patologia che si conferma ancora da elevate incidenza e rilevanza per i diversi ambiti sociali. Dimensione Sollievo – al Centro del Dolore Cronico, progetto digitale di Grünenthal Italia, ha interrogato, con il supporto di VMLY&R Health, la propria community online, offrendo una fotografia dello scenario del dolore cronico nel nostro Paese.
“I pazienti in Italia possono attendere anni prima di ricevere una diagnosi corretta e impostare terapie adeguate e i loro stessi bisogni sono spesso inascoltati”, dichiara Laura Premoli, general manager Grünenthal Italia. “In tutte le fasi di gestione della patologia risulta rilevante la necessità di informarsi, confrontarsi e identificare dei punti di riferimento specifici. Per questa ragione abbiamo creato una piattaforma digitale multicanale, che sviluppiamo nel tempo sulla base di quello che richiede ed esprime la community stessa.”
L’IMPATTO DEL DOLORE. CHE COSA PROVANO I PAZIENTI
Per il 96% degli intervistati, il dolore cronico influisce molto sulla qualità della vita. L’impatto è in media su 3 o 4 dimensioni della qualità di vita, tra le quali, ad esempio: prendersi cura di sé; interagire come desiderato con le persone care; muoversi e camminare; fare attività fisica; mantenimento del lavoro o della mansione. L’impatto è rilevante anche sulle attività sociali (56%), su quelle motorie e sull’umore stesso (67%), oltre a compromettere la qualità del sonno (53%).
I TEMPI PER UNA DIAGNOSI
Alla domanda “Da quanti anni soffri di dolore cronico?”, il 41% da più di 10 anni, mentre 1 persona su 3 ha risposto da 1 a 5 anni. In media, solo il 32% degli utenti intervistati ha ricevuto una diagnosi in meno di 1 anno, mentre circa il 38% l’ha ricevuta entro i 5 anni. Ben il 29% deve invece attendere più di 5 anni, e addirittura il 5% i 10 anni per una diagnosi definitiva.
CENTRI PER LA GESTIONE DEL DOLORE CRONICO E LEGGE 38
Seppur esista la consapevolezza che vi siano centri specializzati sul territorio, oltre il 55% non si è rivolto a loro per la gestione del dolore. Sebbene il 47% dichiari di aver sentito parlare di Legge 38, solo il 15% riferisce di conoscere bene i diritti sanciti. Il 39% dichiara di aver sentito parlare di Legge 38 per la prima volta durante la web survey di Dimensione Sollievo.
“Uno dei dati significativi che emergono dalla survey è quello relativo all’elevato impatto del dolore cronico sulla qualità della vita”, conclude Premoli. “Quello che provano i pazienti ci dice che c’è ancora molto da fare, in termini di informazione e di Sistema Salute. I numeri ci danno, infatti, una dimensione del problema e rappresentano le storie delle persone che vivono questa cronicità, che non possono restare inascoltate o non riconosciute.”