L’incontinenza urinaria

L’incontinenza urinaria consiste nell’emissione involontaria di urina e si distingue in due forme: da sforzo (IUS) – dove un colpo di tosse, una risata o il semplice sollevamento di una borsa o busta della spesa causano fughe di urina – che interessa maggiormente le donne ed è causata da gravidanze, parti e menopausa e l’incontinenza da urgenza – o sindrome della vescica iperattiva – dovuta a contrazioni involontarie della vescica e caratterizzata dall’improvviso e irrefrenabile bisogno di urinare più volte durante il giorno e la notte che colpisce invece entrambi sessi senza distinzioni. Altra forma è l’incontinenza urinaria di origine neurogena (legata a sclerosi multipla, Parkinson, Alzheimer, lesioni, midollari da trauma, etc.). Nonostante la diffusione del problema che, con ansia, depressione e isolamento legati al timore di non riuscire a controllare la vescica, incide pesantemente sulla qualità della vita, sui rapporti sociali, sulla sessualità, solo una minoranza dei pazienti, vincendo imbarazzo e vergogna, si rivolge al medico – circa il 25%. La malattia può invece essere curata con successo con la rieducazione perineale, i farmaci, infiltrazioni locali di acido ialuronico, la nuova chirurgia mininvasiva oggi estesa anche all’uomo, pacemaker vescicali e sfinteri artificiali. Per le forme neurogene, c’è la neuromodulazione sacrale che si avvale di una sorta di “pacemaker” applicato sull’osso sacro.