I calcoli renali si formano nel rene a livello dei calici o pelvi e quando progrediscono nell’uretere, verso la vescica, determinano la classica colica renale, caratterizzata da un forte dolore lombare irradiato al fianco e quindi verso i genitali. Si tratta di un dolore di forte intensità che provoca anche nausea e vomito ma anche febbre e, nei casi estremi ma non infrequenti, shock settico. Il 12% circa della popolazione soffre di calcoli renali e il 50% va incontro a recidiva nei due anni successivi. Fra tutti i tipi di calcolosi quella calcica è certamente la più comune e, fino a qualche tempo addietro, per prevenirla si sconsigliava l’assunzione di calcio, proibendo latte e derivati. Oggi però si è capito che questo atteggiamento era profondamente sbagliato in quanto proprio la carenza di questo elemento può invece favorire la formazione di calcoli.
Per la prevenzione della calcolosi di ossalato di calcio è dunque controproducente una dieta povera di calcio, senza latticini e formaggi ma soprattutto senza le nostre amate mozzarelle: studi recenti hanno dimostrato che riducendo il calcio nella dieta aumentano le recidive, in quanto il calcio aiuta ad eliminare gli ossalati presenti nella dieta; di conseguenza non più divieto assoluto per le verdure ma solo limitazione per spinaci, broccoli e patate.
Per la prevenzione della calcolosi renale attenzione però al consumo eccessivo di proteine animali, cibi ricchi di fruttosio e soprattutto sale. Questo elemento, oltre che nelle comune pietanze del giorno, è presente quotidianamente sulle nostre tavole in forma nascosta. Infatti è presente nel pane, nella pasta, nei cibi inscatolati o negli insaccati ma anche nei vegetali; ebbene, questo elemento, una volta introdotto, per essere “digerito” a livello intestinale deve interagire necessariamente con il calcio. “Non avvenendo questa reazione – ha precisato il prof. Giovanni Gambaro, coordinatore dalla Stone Clinic Nefrologica dell’’Unità Operativa di Nefrologia della Columbus di Roma – il sale viene liberamente assorbito a livello intestinale, concludendo il suo percorso a livello urinario, dove lo troviamo in grandi quantità, con il rischio che si formino i calcoli.”
Ultimo punto, ma certamente non meno importante, è quello della idratazione: bere 2 litri di acqua al giorno riduce il rischio di recidive del 75%. “Le migliori acque – conclude il prof. Domenico Prezioso – sono le bicarbonato-calciche, a basso residuo fisso e a basso contenuto di sodio”. Anche il caffè e il te abbassano il rischio rispettivamente fino al 26% e 11%, ma fanno prevenzione specialmente le bevande a base di agrumi, soprattutto limoni, che per il loro alto contenuto in citrati bloccano la precipitazione di sali nelle urine. Aumentano invece il rischio la cola (fino a +23%) e le bevande gassate con aggiunta di zuccheri (fino a +33%) ma soprattutto i superalcolici.
Ma se bere acqua fa bene per la prevenzione bisogna invece limitarne l’assunzione in caso di colica renale. Infatti, quando il calcolo dell’uretere blocca il deflusso delle urine dal rene verso la vescica, bevendo molta acqua si aggrava il dolore ma soprattutto si determina un aumento di pressione con possibili stravasi di urine. In questi casi è meglio muoversi, scendere e salire le scale e assumere farmaci che rilassano la muscolature terminale dell’uretere, favorendo l’espulsione del calcolo.