Al via il III Meeting Nazionale della Rete IRCCS delle Neuroscienze e della Neuroriabilitazione RIN, organizzato dall’IRCCS San Raffaele; alla 2-giorni romana, i cui lavori saranno aperti dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, sono attesi oltre 600 tra ricercatori e clinici. Nel corso dell’evento verrà presentato il progetto nazionale Interceptor, finalizzato alla validazione di uno strumento diagnostico e organizzativo per l’identificazione precoce dei soggetti ad alto rischio di sviluppare Alzheimer ed altre demenze, promosso dall’allora ministro della Salute, la sen. Beatrice Lorenzin, che aprirà la relativa sessione. “Il progetto si è chiuso proprio in queste settimane, dopo 5 anni di intensa attività, ed ha raggiunto tutti gli obiettivi prefissati nonostante le battute di arresto legate alla pandemia Covid”, dichiara il prof. Paolo Maria Rossini, direttore del Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabiltazione dell’IRCCS San Raffaele e coordinatore dello studio. “Sono stati reclutati e seguiti nel tempo oltre 360 soggetti colpiti da un quadro di disturbo cognitivo lieve (mild cognitive impairment o MCI degli anglosassoni). In tutti questi soggetti sono stati raccolti al tempo 0, cioè al momento del reclutamento, ben 6 diversi ‘biomarcatori’ cioè esami neuropsicologici e strumentali potenzialmente in grado di prevedere l’evoluzione dell’eventuale malattia. Tutti i soggetti reclutati sono stati poi seguiti per oltre 3 anni con test cognitivi e visite cliniche nel corso delle quali circa un centinaio è stato riscontrato essere progredito dallo stato di MCI a quello di malattia vera e propria (Alzheimer ed altre forme di demenza). Tutti i numeri del progetto nazionale Interceptor sono stati presentati e nei mesi ed anni prossimi le analisi dei medesimi – afferma – forniranno informazioni di formidabile interesse per l’organizzazione dei servizi, la prevenzione e la cura della malattia.”
Si discuterà inoltre degli studi e delle scoperte legate alle principali malattie neurologiche, alle demenze, alle malattie cerebrovascolari e rare, alla neuro-oncologia, all’epilessia, alla sclerosi multipla e ai disordini dell’età evolutiva. Patologie che, nel loro complesso, rappresentano la principale causa di deficit acuti e di disabilità permanenti o progressive a livello globale e si qualificano come un vero e proprio problema di Salute pubblica, in crescita esponenziale, con un forte impatto per il sistema sanitario, sociale ed economico nazionale. Per questo, le neuroscienze rappresentano uno degli ambiti di ricerca e cura più importanti nell’affrontare le malattie neurodegenerative, sempre più rilevanti in una società sempre più longeva.
Nel nostro Paese si stimano oggi circa 1,2milioni di casi di demenza, con un aumento di circa +150mila diagnosi ogni anno e con un tasso di crescita destinato a crescere significativamente a causa del progressivo invecchiamento demografico. L’Alzheimer, che in Italia conta 700mila casi, è la terza causa di morte tra gli over65 in Europa occidentale e una delle principali cause di disabilità nella popolazione over60 a livello mondiale. “Il numero di iscritti e di abstract sottomessi, anche dal punto di vista qualitativo, confermano la grande attenzione della comunità scientifica alla nostra organizzazione”, dichiara il presidente RIN, prof. Raffaele Lodi. “D’altra parte lo stesso ministro della Salute ne ha riconosciuto il ruolo di infrastruttura permanente al servizio del Paese nello studio e nel trattamento del disturbo cognitivo nelle malattie neurodegenerative con metodologia diagnostico-terapeutica condivisa tra gli IRCCS associati che, in questi anni, hanno armonizzato i propri protocolli clinici, sviluppato piattaforme tecnologiche comuni con cui svolgere esami strumentali e di laboratorio e creato data base in cui vengono raccolti e condivisi permanentemente i dati. Un patrimonio che ci consente di affrontare i diversi aspetti della patologia con gli stessi strumenti clinici.”