Eliminare in Italia tutti i casi di cancro provocati dall’HPV è un obiettivo raggiungibile. Il messaggio – ribadito nel corso di una conferenza stampa tenuta presso la Camera dei Deputati – è stato sottolineato dalle Associazioni che si occupano di Papilloma virus durante le manifestazioni della giornata internazionale dell’HPV, celebrata lo scorso 04 marzo 2023. La richiesta alle Istituzioni è per un impegno concreto sul tema attraverso la firma di un Memorandum d’Intesa. Il Piano Oncologico Nazionale, adottato lo scorso gennaio in Conferenza Stato-Regioni e in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è sicuramente un passo in avanti, vista la previsione di rafforzare gli interventi per aumentare le coperture vaccinali contro gli agenti infettivi che causano tumori. Ma i tassi di vaccinazione in Italia per l’HPV rimangono ancora insufficienti, con la pandemia che ha acuito il problema, rallentando le prestazioni sanitarie e causando la mancata protezione di un’ampia fetta di popolazione giovanile, oggi esposta al rischio di contrarre un tumore da Papilloma virus. Tra le ragazze nate nel 2009, infatti, a livello nazionale solo il 32% ha ricevuto il ciclo completo di vaccinazione: si passa dal massimo del 61%, registrato nella Provincia Autonoma di Trento, al 5% del Friuli Venezia-Giulia. Leggermente migliore è la situazione per le giovani nate nel 2008, di cui però solo la metà ha ottenuto la doppia dose. Per quanto riguarda i maschi, tra le coorti del 2009 e del 2008 le percentuali sono appena del 26% e del 44%. Insufficienti infine anche le adesioni ai programmi di screening: solo il 77% delle donne tra i 25 e i 64 anni hanno seguito un percorso di prevenzione. In particolare, lo screening cervicale mostra proporzioni pre-pandemiche di esecuzione del test intorno al 38-39% delle donne aventi diritto, un calo al 23% nel 2020 e un livello di copertura del 35% nel 2021. Numeri, questi, ben distanti dagli obiettivi prefissati al 2030: raggiungere almeno il 90% di popolazione femminile e maschile vaccinata e il 90% di donne sottoposte a screening cervicale.
Per supplire a questo ritardo, Fondazione Umberto Veronesi, la Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia, Fondazione IncontraDonna, CittadinanzAttiva, ThinkYoung, Consiglio Nazionale dei Giovani, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, ACTO-Italia, aBRCAdabra e LOTO OdV hanno quindi richiesto alle istituzioni un’azione formale, dopo aver aggiornato lo scorso novembre il Manifesto per l’Eliminazione dei Tumori Correlati al Papilloma Virus. Quest’ultimo prevede di “potenziare i servizi di prevenzione vaccinale e screening; attivare campagne di informazione ed engagement sulla prevenzione dei tumori da HPV; promuovere programmi di prevenzione primaria e secondaria, per garantire a tutti l’accesso in sicurezza alle opportunità del Sistema sanitario nazionale; attivare un monitoraggio dei livelli di copertura vaccinale e screening attraverso strumenti digitali; condividere i dati tra le classi mediche e le ASL per una più efficace implementazione dell’anagrafe vaccinale digitale.”
“Oggi rinnoviamo il nostro impegno al fianco delle Istituzioni per fare del nostro Paese il primo in Europa a conseguire gli obiettivi internazionali fissati dall’OMS e ripresi dalla Commissione Europea (Europe’s Beating Cancer Plan) e raggiungere il 90% di vaccinati anti-HPV entro il 2030”, dichiarano le Associazioni sulla firma del Memorandum. “In questa sede, sottoscriviamo un memorandum d’intesa con i rappresentanti del Parlamento per proseguire insieme in un’attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione, ribadendo il contenuto del Manifesto nazionale contro l’HPV. Solo insieme, Istituzioni e società civile, possiamo ridurre drasticamente l’incidenza dei nuovi casi di tumori e delle patologie correlate al Papilloma Virus, lavorando in sinergia per recuperare le generazioni perse che non si sono potute vaccinare, anche a causa della pandemia, come da obiettivi del Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale.”