In Italia ogni due ore si verifica un caso di HIV e a oggi sono oltre 120mila le persone che convivono con l’HIV. A renderlo noto sono gli specialisti infettivologi a poche settimane dall’ottava edizione di ICAR (Italian Conference of AIDS and Antiviral Research) che si terrà a Milano dal 6 all’8 giugno 2016. In Italia i nuovi casi ogni anno sono 4mila, e riguardano soprattutto i giovani. Di questi il 60% avviene in una fase tardiva di infezione. La Lombardia, con circa 20mila persone sieropositive, è tra le regioni italiane più colpite, insieme a Lazio, Emilia Romagna e Liguria. A fronte di un importante calo della mortalità grazie alle terapie, si segnala una drastica riduzione dell’informazione in merito. Negli ultimi due anni i nuovi casi hanno riguardato soprattutto giovani tra i 25 e i 29 anni.
“Noi intendiamo coordinare le diverse realtà scientifiche impegnate nell’assistenza, ricerca e sperimentazione clinica in tema di infezione virali”, sottolinea Antonio Chirianni, Presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali. “L’evento-congresso di ICAR è basato sui contributi originali della ricerca italiana, nel campo dell’infezione da HIV/AIDS e delle altre malattie virali, aperta ai contributi internazionali nel settore”. Eppure da una recente ricerca risultava che 8 italiani su 10 non si sentono a rischio di contrarre l’HIV perché confidano nelle proprie abitudini e comportamenti e il 90% ritiene che avere rapporti sessuali protetti sia il metodo più efficace per non contrarre l’infezione, mentre una quota residuale (circa il 17%) ritiene invece che il modo migliore per prevenire l’infezione sia non avere contatti con le persone sieropositive. La ricerca GfK Eurisko aveva coinvolto oltre mille soggetti in tutta Italia e per indagare proprio le conoscenze degli italiani sull’HIV, sugli strumenti di prevenzione e sulle possibilità terapeutiche, ma anche sulla percezione del rischio di contagio e sulla rappresentazione della persona con HIV nella società odierna.