
L’herpes zoster, comunemente chiamato fuoco di Sant’Antonio, è una malattia infettiva provocata dalla riattivazione del virus della varicella (Varicella Zoster) che causa manifestazioni cutanee e neurologiche che possono essere anche molto dolorose, limitando la qualità di vita del paziente. Si stima che circa 1 persona su 4 sviluppi l’infezione nel corso della vita, in 2 casi su 3 dopo i 50 anni. In Italia si registrano circa 157mila casi di herpes zoster ogni anno. Tra il 1999 e il 2005 sono stati segnalati oltre 35mila ricoveri dovuti all’herpes zoster, la maggior parte dei quali ha interessato persone con un’età superiore a 65 anni. Per contrastare l’insorgenza della malattia e delle sue complicanze, che rischiano di aggravare la condizione di fragilità delle persone anziane o con quadri clinici complessi, il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019 (in vigore fino all’approvazione del nuovo Piano), prevede la somministrazione del vaccino anti herpes zoster a tutte le persone a partire dai 65 anni di età; 50 nei soggetti a rischio.
COME SI SVILUPPA E CHI È PIÙ A RISCHIO?
Dopo un episodio di varicella, solitamente da bambini, il virus non viene eliminato dall’organismo ma rimane latente nel sistema nervoso, a livello dei gangli sensitivi. Può così accadere che a distanza di tempo il virus si risvegli a causa di un indebolimento del sistema immunitario, che può essere correlato all’aumentare dell’età, all’utilizzo di farmaci immunosoppressori, alla presenza di malattie croniche quali broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), diabete, patologie cardiovascolari, ancora in seguito a uno stress ambientale (ad esempio il troppo sole) o emozionale. Il virus riattivato si moltiplica e risale lungo il fascio nervoso periferico fino a raggiungere l’area della cute innervata dalle terminazioni nervose, cosiddetta dermatomero. La malattia può essere trasmessa da un soggetto malato a uno sano (che non ha avuto la varicella e non è stato vaccinato) attraverso il contatto con le vescicole piene di liquido del paziente.
COME SI RICONOSCE?
Nel momento in cui si riattiva il virus, l’individuo avverte un fastidio nella sede corrispondente a quella innervata dal ganglio nervoso interessato. La forma più comune è quella toracica, ma possono essere interessati anche i nervi sensitivi di altre zone, comunque localizzati solo in un lato del corpo. La malattia si manifesta con una fase iniziale pruriginosa e dolorosa, associata a mal di testa e malessere generale, seguita dalla comparsa di vescicole piene di liquido che, dopo essersi aperte, si trasformano in croste, fino alla guarigione che avviene entro 2-4 settimane. Le vescicole possono comparire anche sul viso, interessando l’occhio e il nervo ottico. In questo caso, si parla di herpes zoster oftalmico, che rappresenta il 10-20% di tutti i casi ed è più frequente con l’aumentare dell’età.
QUALI SONO LE COMPLICANZE PIÙ FREQUENTI?
Quando una persona guarisce dall’herpes zoster di solito il dolore cessa e la manifestazione cutanea scompare, ma in alcune persone l’infezione può portare a complicanze debilitanti e potenzialmente gravi. Ciò accade in circa la metà dei pazienti adulti colpiti. La complicanza più comune è nota come nevralgia post-erpetica, un dolore nevralgico persistente che i pazienti avvertono dopo la guarigione delle lesioni cutanee come bruciore, fitte o sensazione di martellamento nell’area interessata dall’herpes zoster. In alcuni casi, si manifesta in forma così severa da impedire il proseguimento di una vita normale e persino un leggero soffio di vento contro la pelle può essere doloroso e angosciante. Il dolore forte può durare mesi, anni e persino tutta la vita. In ogni caso, sia la probabilità di soffrire di nevralgia post-erpetica, sia la durata della malattia, aumentano significativamente con l’età. La forma di herpes zoster oftalmico può comportare la perdita della vista quando l’infezione coinvolge il nervo trigemino con conseguente infiammazione del nervo ottico, potenzialmente responsabile di glaucoma, ulcere e cicatrici sulla superficie dell’occhio. Un’altra complicanza dell’herpes zoster è la Sindrome di Ramsay Hunt, quando l’infezione coinvolge il nervo facciale, vicino all’orecchio, causando paralisi facciale e perdita dell’udito. L’herpes zoster può inoltre causare infezioni batteriche delle vescicole, cicatrici permanenti e l’infiammazione di polmoni, fegato, meningi, encefalo.
ESISTONO CURE EFFICACI PER L’HERPES ZOSTER?
Attualmente non sono disponibili trattamenti medici in grado di prevenire l’insorgenza dell’herpes zoster e della nevralgia post-erpetica. L’obiettivo del trattamento dell’herpes zoster è limitare la replicazione virale e alleviare il dolore durante la fase acuta della malattia. Le cure includono: farmaci antivirali che bloccano la replicazione del virus riducendo la durata della malattia, ma che non agiscono sul dolore; farmaci antidolorifici e antinfiammatori, che però agiscono solo parzialmente su questo tipo di dolore; gel a base di cloruro d’alluminio per velocizzare la cicatrizzazione delle vescicole.
PERCHÉ È IMPORTANTE VACCINARSI?
Vaccinarsi contro l’herpes zoster è fondamentale per limitare la diffusione della malattia ed evitare complicanze gravi. Il vaccino è infatti l’unica arma di prevenzione disponibile per proteggere le persone anziane e fragili, a salvaguardia di un invecchiamento attivo e in salute. Non sono escluse le persone che hanno già contratto l’herpes zoster in precedenza, in quanto l’infezione potrebbe ripresentarsi. Attualmente, in Italia sono disponibili 2 vaccini per la prevenzione dell’herpes zoster e della nevralgia post-erpetica: il primo, a tecnologia ricombinante, è stato approvato dall’Agenzia Europea per i Medicinali EMA nel 2018 ed è indicato in persone di età pari o superiore a 50 anni e nei soggetti fragili a partire dai 18 anni. Diversi studi di fase III hanno dimostrato un’efficacia del vaccino maggiore del 90% in soggetti con più di 50 anni e tra il 70 e il 90% in soggetti fragili con almeno 18 anni d’età. Il secondo, contenente una forma attenuata del virus Varicella Zoster, è stato approvato da EMA nel 2006 ed è indicato in soggetti di età pari o superiore ai 50 anni e mostra un’efficacia compresa fra il 38% ed il 70%, prevenendo l’HZ maggiormente nei soggetti tra i 50 e i 59 anni. Entrambi i vaccini si sono dimostrati sicuri ed efficaci nel controllare la riattivazione e la replicazione del virus dentro l’organismo. Il vaccino contro l’herpes zoster può essere somministrato in qualsiasi periodo dell’anno. Può inoltre essere co-somministrato con il vaccino contro l’influenza stagionale, con il vaccino antipneumococcico e con il vaccino anti difterite-tetano-pertosse, in base a quanto previsto dalla circolare del Ministero della Salute 08/03/20212.
La vaccinazione contro l’herpes zoster è prevista nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale inserito nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), pertanto, è disponibile gratuitamente in Italia per la coorte dei sessantacinquenni e per i soggetti ad aumentato rischio. Oltre alla vaccinazione contro l’herpes zoster, il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale raccomanda le vaccinazioni antinfluenzale, anti-pneumococcica e il richiamo del vaccino Anti difterite-tetano-pertosse.