“Immunoterapia usando linfociti modificati” è un nuovo progetto dell’Istituto Neurologico Carlo Besta per la terapia del glioblastoma, il più aggressivo tra i tumori cerebrali, intitolato alla memoria di una giovane paziente, Viola Kraus. Gli studi in vitro e nei modelli animali, utilizzando cellule tumorali direttamente derivate da glioblastoma di pazienti dell’Istituto Carlo Besta, hanno dimostrato che i linfociti modificati con molecole chimeric antigen receptors (CAR) infusi intra cranialmente sono efficaci nell’eliminare e/o controllare la massa tumorale.
L’osservazione più rilevante e originale emersa dallo studio è che l’espressione della molecola contro cui sono diretti i linfociti CAR, CSPG4, è alta nelle cellule di glioblastoma in coltura e aumenta nel cervello dove è indotta dalle cellule della microglia, importante componente del microambiente che alimenta il glioblastoma. Questo effetto può ridurre significativamente il rischio di fuga delle cellule tumorali dall’attacco dei linfociti CAR, osservato quando gli antigeni bersaglio sono espressi in modo eterogeneo dal tumore, aumentando di conseguenza le possibilità di efficacia della terapia.
“Recentemente sono stati mossi enormi passi avanti nell’ambito della terapia adottiva che prevede di modificare in vitro i linfociti dei pazienti utilizzando una molecola chiamata chimeric antigen receptors (CAR), per reindirizzarli contro specifiche proteine espresse dalle cellule tumorali”, afferma Serena Pellegatta, Biologa del Laboratorio di Immunoterapia dei Tumori celebrali e prima autrice della ricerca. “Volendo esemplificare, è come se dotassimo i linfociti di potenti lenti che permettono di riconoscere le cellule tumorali e di ucciderle definitivamente. Immaginiamoci dei linfociti killer.”