Un nuovo collirio basato sulle proprietà del sangue contenuto nel cordone ombelicale per trattare il glaucoma, patologia che produce un progressivo deterioramento del campo visivo e può portare fino alla cecità. Lo ha brevettato un gruppo di ricercatori dell’Università di Bologna, coordinato dal prof. Emilio Campos e dalla prof.ssa Piera Versura, del Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale, dopo che il suo effetto neuroprotettivo è stato dimostrato in studi preclinici in vitro, ex vitro e in vivo.
Il nuovo prodotto si basa sulle proprietà del sangue contenuto nel cordone ombelicale. Al suo interno, gli studiosi hanno infatti individuato una serie di fattori di crescita in grado di contrastare il glaucoma. E gli stessi effetti riparativi potrebbero essere efficaci anche su altri tipi di malattie degenerative oculari.
Con il termine “glaucoma” si identifica un gruppo di patologie oculari causate dalla degenerazione del sistema nervoso centrale dovuta all’invecchiamento. Queste patologie colpiscono oggi circa un milione di persone in Italia: si stima che ne sia affetto l’1-2% di chi ha più di 40 anni e il 5% di chi ha più di 70 anni. Il glaucoma è caratterizzato da un aumento della pressione intraoculare e da fenomeni degenerativi che influenzano la testa del nervo ottico causando un progressivo deterioramento del campo visivo e danni permanenti della vista. La malattia è spesso definita come “ladro silenzioso della vista”, perché nella maggior parte dei casi chi ne è affetto non si accorge di averla e se non curata in tempo può portare fino alla cecità.
Oggi il glaucoma viene trattato principalmente con prodotti nutraceutici, che rientrano nella categoria degli integratori alimentari, sulla cui effettiva efficacia non c’è però accordo tra gli studiosi. Il nuovo collirio frutto della ricerca dell’Università di Bologna è invece un prodotto di origine naturale; si basa sull’utilizzo di una parte del sangue contenuto nei cordoni ombelicali, che vengono donati al momento del parto dalle madri, successivamente alla rimozione delle cellule staminali utilizzabili a fini di trapianto. “Nel sangue del cordone ombelicale – spiega Campos – e in particolare in una sua parte, il siero, ci sono una serie di fattori di crescita che sono in grado di esercitare un’azione riparatoria contrastando le malattie degenerative dell’occhio, come il glaucoma ma non solo.”