Di Mauro (SIPPS): “Bronchiolite lascia segno; a rischio il 60% dei neonati. A ottobre, somministrare anticorpi monoclonali”

“Quando si comunica ai genitori: ‘Vostro figlio ha una bronchiolite’, anche se lieve, si induce grande ansia. La bronchiolite fa paura; prevenire è un dovere. Il virus respiratorio sincinziale RSV lascia il segno, non deve entrare in contatto con i nostri lattantini”, dichiara Giuseppe Di Mauro, presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale SIPPS, tornando a sensibilizzare famiglie e Istituzioni sui pericoli che il virus comporta per i neonati e per la loro crescita, quali bronchioliti e polmoniti nel breve periodo, o wheezing e infiammazioni croniche nel lungo termine. Già nel corso del XXXVI Congresso Nazionale SIPPS, svoltosi dal 05 al 07 luglio 2024 a Firenze, la prof.ssa di Igiene e Medicina Preventiva dell’Università di Pisa, Caterina Rizzo, aveva parlato del grave burden del virus respiratorio sinciziale e della possibile prevenzione con gli anticorpi monoclonali.

“L’RSV fu scoperto a Napoli circa 50 anni fa”, continua Di Mauro. “Veniva chiamato il ‘male oscuro’, perché si connotava come un’infezione virale respiratoria polmonare non ancora isolata. È un virus abbastanza recente, caratterizzato da un’attività interstiziale che agisce proprio come il Covid. Per questo motivo, l’RSV deve essere prevenuto, poiché una volta entrato in contatto con un bambino – che in genere è un lattante – può causare delle complicazioni anche a distanza di tempo dall’episodio acuto, proprio come accade con tutti gli esiti post-Covid.”

“La bronchiolite è tipica dei primi mesi di vita, ma può essere contratta nei primi 2 anni di vita del bambino. Il 60% dei lattanti è a rischio contagio”, prosegue Di Mauro. “Se prendiamo come riferimento il 2024, su 400mila nati, circa 80mila bambini hanno richiesto assistenza medica ambulatoriale; circa 16mila sono stati ricoverati e 16 sono stati i decessi solo nei primi 6 mesi di quest’anno. Non sono pochi casi per una infezione virale, in 1 solo anno; è un rischio che non possiamo accettare.”

Le stagioni in cui è più facile contrarre l’RSV sono autunno, inverno e primavera: “In questi periodi proliferano sia i virus gastrointestinali che respiratori. Bisogna fare attenzione”, continua Di Mauro. “Esistono dei test rapidi che si possono fare per individuare il virus respiratorio sincinziale, ma è di fondamentale importanza la diagnosi clinica. Finché il bambino/lattante riesce ad alimentarsi e ad interagire bene con i genitori, questi, sempre in contatto con il loro Pediatra di famiglia, potranno tenere sotto controllo l’evoluzione delle condizioni di salute del figlio. Se invece l’equilibrio del piccolo salta e le sue condizioni di salute si aggravano, anche a distanza di poche ore dalla visita dal Pediatra, allora è meglio ricorrere a un ricovero. Ricordo che, con qualunque infezione, nei lattantini le condizioni cliniche possono peggiorare rapidamente.”

Non esiste una terapia risolutiva: “Oltre a controllare l’idratazione, dare ossigeno al bambino, ci sono poche cose che si possono fare. Gli antibiotici non vanno somministrati”, dichiara ancora Di Mauro. “Nessun antibiotico al mondo può […] colpire un virus. Da oltre 6 anni vengono condotti studi e ricerche sugli anticorpi monoclonali, che sono uno strumento di prevenzione primaria. I Pediatri di famiglia sono impegnati nell’informare i genitori che i loro figli vivono in una Regione che dà l’opportunità di proteggerli dall’RSV. Adesso abbiamo gli anticorpi monoclonali a lunga durata d’azione: grazie ad una sola iniezione l’anno, con costi accettabili, possiamo fare una prevenzione efficacissima che permette ai piccoli di non contrarre la malattia. Quindi, tutti i nati del 2024 dovranno essere ‘vaccinati’ il prossimo ottobre. Sarebbe utile offrire questa somministrazione anche alle donne in gravidanza – afferma – per coprire il neonato nei primi mesi di vita, quando non ha ancora ricevuto questa protezione, come si fa per la pertosse.”

“Da meno di 1 anno solo la Valle d’Aosta è riuscita a fare prevenzione nel 2023, e lo ripeterà anche nella prossima stagione; ad ottobre 2024 ci riusciranno altre Regioni, tra cui Veneto, Trento, Bolzano, Lombardia, Toscana, Sicilia e Campania, augurandomi che tutte le altre Regioni mancanti inizino la campagna di immunizzazione”, dichiara Di Mauro. “Da presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, da Pediatra di famiglia, da padre e da nonno, non vorrei che si determinasse una grande disuguaglianza in Italia nell’offrire quest’opportunità di prevenzione primaria, che non è un lusso. Si tratta di sicurezza del lattantino e della sua famiglia. La prevenzione è la migliore arma che abbiamo a disposizione per proteggere i nostri bambini da questo virus così pericoloso. Evitiamo differenze e operiamo tutti insieme in un’ottica di prevenzione primaria. Prevenire è un dovere.”

“L’allattamento al seno è un’arma fortissima di prevenzione primaria dalle infezioni respiratorie, gastrointestinali e dal sovrappeso. In più, in estate, mare, sole e aria aperta sono ottimi alleati, mentre in inverno – conclude Di Mauro – bisogna lavare spesso le mani e usare le mascherine, soprattutto con i neonati e i nati pretermine.”