
In occasione della Giornata dei Tumori Cerebrali, che ricorre oggi, sabato 08 giugno 2024, la Società Italiana di Neurologia SIN fa il punto della situazione sui nuovi orizzonti diagnostici e terapeutici messi a punto dalla ricerca scientifica. I tumori cerebrali primitivi fanno registrare un’incidenza complessiva di circa 25 nuovi casi per 100mila abitanti all’anno; tra questi, sono decisamente prevalenti i meningiomi, che di per sé rappresentano il 40% del totale; seguono i gliomi, che comprendono la forma più aggressiva, il glioblastoma, che riguarda il 14% di tutti i tumori primitivi del sistema nervoso centrale.
I tumori benigni, generalmente i meningiomi, crescono al di fuori del tessuto cerebrale e non infiltrano il tessuto ma lo possono comprimere. In questi casi la chirurgia radicale, se possibile in funzione della sede della neoplasia, è risolutiva. I tumori che crescono all’interno del cervello, più frequentemente i gliomi, possono essere più o meno aggressivi in funzione delle caratteristiche istologiche e di biologia molecolare. I gliomi con maggiore aggressività, caratterizzati da una crescita più rapida e da una maggiore propensione ad infiltrare il tessuto, colpiscono generalmente la popolazione più anziana, mentre sono meno frequenti nei pazienti under50. I protocolli terapeutici validati per la prima fase del trattamento prevedono, quando possibile, la rimozione chirurgica, seguita da schemi di radio e chemioterapia in combinazione o in sequenza che, nei tumori meno aggressivi, possono far registrare anche sopravvivenze superiori a 20 anni.
“Un grosso contributo nella diagnosi e nella prognosi di queste patologie è stato fornito dalle ultime 2 classificazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, rispettivamente nel 2016 e nel 2021, che hanno integrato le più recenti acquisizioni di biologia molecolare dei tumori cerebrali primitivi con i criteri istologici tradizionalmente utilizzati”, dichiara il dott. Enrico Marchioni, responsabile del Gruppo di Studio di Neuro-Oncologia della SIN. L’importanza di questo nuovo modello classificativo ha una duplice valenza: permette di adottare strategie di trattamento personalizzate basate sull’impiego di terapie target, già in uso da alcuni anni in Oncologia Generale e in Oncoematologia; consente l’ottimizzazione dei trattamenti standard anche in funzione delle caratteristiche biomolecolari dei tumori cerebrali.
“Grazie al progresso nel campo della Biologia Molecolare – afferma il prof. Alessandro Padovani, presidente SIN – è probabile che nel prossimo futuro le opzioni terapeutiche, già oggi più efficaci che in passato, si amplino ulteriormente con l’introduzione di terapie biologiche e immunologiche con meccanismi d’azione sempre più specifici e gravati di minori effetti collaterali.”