La centralità del paziente alla base della costituzione della rete oncologica pugliese. La prima Giornata Pugliese del Paziente Oncologico è stata celebrata il 29 novembre nella sala convegni dell’Istituto Giovanni Paolo II di Bari, organizzata dalla F.A.V.O (Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia) in collaborazione con l’IRCCS. La giornata è stata l’occasione per ribadire i pilastri imprescindibili della costituenda rete oncologica: la riorganizzazione sanitaria passa infatti da una rete che, integrando professionalità, strumenti e competenze prenda in carico globale, multidisciplinare e multidimensionale il malato, assicurando l’omogeneità territoriale delle cure ed elevati standard di qualità.
“Sorvegliare l’insorgenza delle patologie neoplastiche”. Questa la mission del Registro Tumori di cui si fregia anche la Regione Puglia; un’agenda composta dai dati epidemiologici delle patologie tumorali indispensabile per programmare interventi sanitari preventivi, diagnostici e terapeutici. A dar voce all’importanza del registro, Lucia Bisceglia, componente del “Centro di Coordinamento del Registro Tumori Pugliese”. Con l’obiettivo di girare le chiavi giuste per aprire la porta della sanità a livelli ancor più elevati, il Direttore Generale ha prospettato i principali modelli organizzativi della rete oncologica. “L’approccio multidisciplinare può essere variamente declinato in uno spettro diversificato di soluzioni organizzative”, afferma Delvino. “La Conferenza Stato-Regioni ha delineato tre possibili modelli: il primo è il ‘Comprehensive Cancer Center’, in cui le principali competenze e risorse sono concentrate in un unico centro che, rispetto ad un determinato territorio, garantisce la più elevata qualità delle cure; il modello ‘Hub and Spoke’ di base vede una serie di strutture di primo livello collegate funzionalmente a centri sovraordinati di maggiore specializzazione diagnostica o terapeutica. Infine, il modello ‘Cancer Center Network’ privilegia l’integrazione organizzativa orizzontale senza definire una chiara gerarchia fra strutture.”
La Regione dovrà scegliere tra tali modelli; in ogni caso l’Istituto si candida a agevolare la costituzione e il rafforzamento della rete ponendo a disposizione la propria organizzazione e i propri professionisti. Per contrastare la solitudine della malattia, Francesco Diomede, Vice Presidente nazionale della Favo e Marcello Stefanì coordinatore della Favo Puglia, sono intervenuti su “Il Ruolo delle Associazioni di Volontariato in Oncologia nelle Regioni del Sud Italia” sottolineando l’importanza del volontariato, “compagno di vita” di un numero sempre crescente di persone, pronte a intraprendere un viaggio umano che parta dall’altro.