A descrivere per la prima volta la tecnica di riduzione del dolore per mezzo dell’applicazione di un qualcosa di freddo fu il filosofo e medico greco Ippocrate, spesso considerato il padre della medicina. Da allora, almeno in termini di analgesia procedurale, diversi studi hanno dimostrato che uno spray refrigerante o dei cubetti di ghiaccio alleviavano veramente il dolore quando era necessario pungere vene e arterie. E proprio di questo si è occupato uno studio, pubblicato sull’Emergency Medicine Journal, secondo il quale applicare rapidamente un cubetto di ghiaccio sulla pelle può ridurre il dolore associato alle iniezioni di anestetico locale.
La ricerca, condotta da SangChun Choi e colleghi presso l’Ajou University Hospital, Repubblica di Corea, ha coinvolto 50 pazienti dai 18 ai 65 anni che presentavano semplici lacerazioni trattate in pronto soccorso. Su metà dei pazienti veniva applicato alla ferita due minuti prima di un’iniezione di lidocaina un cubetto di ghiaccio in un guanto sterile. Gli altri partecipanti non avevano avuto nessun trattamento specifico prima dell’iniezione. I pazienti sono stati invitati a classificare il loro dolore dopo l’iniezione usando una scala da 1 a 10, dove 10 corrispondeva al dolore più forte. Nel gruppo trattato con ghiaccio, metà dei pazienti hanno ritenuto il loro livello di dolore non superiore a 2, mentre nell’altro gruppo, la metà dei soggetti ha assegnato un punteggio pari o superiore a 5. Applicare direttamente la crema anestetica sulla pelle e eseguire successivamente una puntura di anestetico tamponato con il sodio bicarbonato non è infatti possibile, in quanto la crema anestetica (emla) non ha le indicazioni per poter essere impiegata sulle ferite aperte.