
46 mutazioni e 37 delezioni, con 30 sostituzioni di amminoacidi e 12 delezioni. Fra esse, 14 sostituzioni di amminoacidi e 9 delezioni si trovano sulla proteina Spike, la porzione che SARS-CoV-2 utilizza per intaccare le nostre cellule. Queste le caratteristiche riscontrate nella nuova variante “individuata in 12 pazienti nella città di Forcalquier, a un centinaio di chilometri da Marsiglia”, riporta il prof. Philippe Colson, a capo dell’unità che l’ha scoperta meno di 1 mese addietro. “Da allora – dichiara al Daily Mail – non si è diffusa rapidamente.”
“L’Oms non le ha ancora dato un nome; l’abbiamo chiamata IHU, proviene dal Camerun (luogo dal quale il paziente 0 avrebbe fatto rientro in Francia, ndr) ed è stata depositata sulla rete di condivisione scientifica Gisaid con il nome B.1.640.2”, aggiunge Colson. I dettagli della nuova variante sono descritti in un articolo su MedrXiv, e dunque ancora in fase preprint, in attesa di revisione e pubblicazione. Tra le sostituzioni di amminoacidi più significative identificate vengono segnalate la N501Y e la E484K: la prima – già identificata nella Alfa (cosiddetta Inglese, B.1.1.7) era stata associata a maggiore contagiosità; alla seconda sarebbe invece correlata una ridotta sensibilità agli anticorpi vaccinali. Viene inoltre ribadito come la sola presenza in B.1.640.2 di entrambe queste mutazioni non significhi affatto che la variante debba necessariamente essere più trasmissibile o resistente.