Gallo: “Di Maio intervenga per i neonati fermi a Kiev”

Sembra essersi già spenta l’attenzione mediatica e, in assenza di nuove notizie, anche quella delle istituzioni sull’emergenza legata ai bambini bloccati a Kiev. L’Associazione Luca Coscioni ha inviato una lettera al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio affinché attivi tutti gli strumenti in suo potere per far sì che i bambini nati a Kiev con maternità surrogata nel pieno rispetto delle norme in materia in vigore in Ucraina, possano esser congiunti con i loro genitori italiani senza ulteriori indugi. La lettera porta la firma di Filomena Gallo, avvocato e Segretario Nazionale dell’associazione, negli anni protagonista di numerose battaglie vinte nei tribunali intraprese per garantire l’accesso alle tecniche di fecondazione assistita precedentemente vietate dalla Legge 40. “Una legge che in Italia tuttora vieta espressamente la ‘commercializzazione di maternità surrogata’, anche conosciuta come gestazione per altri (GPA), utero in affitto o surrogacy. Mentre per quanto riguarda l’accesso alla GPA altruistica o solidale non è esplicitamente vietato. Occorre però precisare che attualmente per poter intraprendere legittimamente tale percorso in è necessario superare alcuni ostacoli tramite ricorsi ai Tribunali, a seconda del caso specifico.”

“Indipendentemente dalle opinioni personali al riguardo – afferma Gallo – occorre agire per tutelare gli interessi dei più deboli: i neonati. Nella lettera abbiamo ribadito al Ministro Di Maio l’esistenza di molte raccomandazioni internazionali su queste tecniche e, conoscendo l’attenzione istituzionale dell’Italia per gli obblighi derivanti dal diritto internazionale, lo invitiamo ad agire tempestivamente per far sì che le polemiche di questi giorni, purtroppo spesso strumentali e altrettanto spesso accompagnate da maldestre pubblicizzazioni, non aggravino una situazione di per sé carica di emotività e interessi. Alla fine dello scorso anno, l’Associazione Luca Coscioni aveva inviato un documento al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni unite, in occasione della revisione periodica universale dell’Italia; tra i temi trattati, anche la gestazione per altri, sulla quale gli esperti dell’associazione avevano invitato il nostro paese ad adottare norme per colmare il vuoto regolamentare riguardo alla maternità surrogata, sia per proteggere i diritti dei bambini nati all’estero sia per regolamentare la maternità surrogata altruistica a livello nazionale, porre fine alla discriminazione e proteggere i diritti fondamentali degli individui, inclusi i diritti riproduttivi e di auto-determinazione.”

“Le nostre raccomandazioni – conclude Gallo – rispondono anche a quanto espresso dalla Corte Europea dei Diritti Umani in materia di GPA e tutela dei nati e per l’affermazione del rapporto di filiazione tra il bambino nato da gestazione per altri e la madre non biologica. È arrivato il momento che anche l’Italia disciplini l’applicazione di questa tecnica, che vede molte coppie recarsi nei paesi dove è normata, evitando così situazioni che pongono i nati in stato di incertezza di tutela come quello oggi noto a Kiev. Il vuoto legislativo o, peggio ancora, proibizioni arbitrarie, creano discriminazioni, sfruttamento e sofferenze e segnano la vita di tutti i coinvolti.”