Dolori cronici muscoloscheletrici diffusi associati a molti altri sintomi spesso invalidanti, come affaticamento, tensione e rigidità muscolare, alterazione dell’umore, disturbi del sonno e della concentrazione: è la fibromialgia. Una sindrome tanto comune quanto ancora poco conosciuta, ma che colpisce circa due milioni di italiani. È più frequente nelle donne, con un rapporto stimato rispetto agli uomini di 8 a 1. Può svilupparsi a qualsiasi età, ma il picco di incidenza nelle donne è tra i 20 e i 50 anni; i disturbi sono talmente numerosi e diversi da rendere difficile diagnosi e cura.
Nonostante la gravità dei disturbi, l’Italia è uno dei pochi Paesi europei in cui la fibromialgia non è stata ancora riconosciuta dal Servizio sanitario nazionale tra le malattie croniche per le quali è prevista l’esenzione dalla compartecipazione alla spesa sanitaria. Per impatto sociale e sanitario, si rendono necessari l’inserimento nei Lea (Livelli essenziali di assistenza) e linee guida sul percorso assistenziale, dalla diagnosi al trattamento. “La cronicità dei disturbi è tale – aggiunge il prof. Toti Amato, presidente Ordine dei medici di Palermo – che serve educare e formare sia pazienti che professionisti affinché la persona affetta da questa sindrome possa gestirla in autonomia, seguendo prescrizioni coerenti ed efficaci.”