La febbre nel bambino va controllata in primis per ridurne l’intensità, poi tutti gli altri sintomi come il dolore muscolare, il mal di testa, dolori osteo-articolari e tutto un corollario di sintomi che fanno stare male, perché sono proprio quei sintomi a influire negativamente sui suoi aspetti relazionali. “I farmaci antipiretici e antinfiammatori sono la prima arma da utilizzare in ambito pediatrico. Ci sono state polemiche in passato, sui giornali, relative all’utilizzo dell’ibuprofene e sul rischio di sviluppare l’infezione da Covid. Bisogna stare attenti alle fake news, bisogna seguire le indicazioni della letteratura scientifica più accreditata”, dichiara Gian Luigi Marseglia, direttore della Clinica Pediatrica e della Scuola di Specializzazione in Pediatria dell’Università degli studi di Pavia, in apertura del proprio intervento sull’utilizzo di antipiretici e antinfiammatori per trattare la febbre in epoca Covid-19. Questo uno dei panel della tre giorni del XXXII Congresso nazionale della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps).
Ibuprofene e il paracetamolo, come è noto ormai da anni, hanno uno spettro molto simile di attività; agiscono entrambi sulla temperatura corporea, e in parte sul dolore. “L’unica reale differenza – spiega Marseglia – è che l’ibuprofene ha un maggior effetto sul dolore rispetto al paracetamolo, e agisce dunque anche sul discomfort. Due farmaci assolutamente sicuri, con l’unica accortezza dell’attenzione al dosaggio con il paracetamolo e della non somministrazione dell’ibuprofene in caso di varicella o diarrea e disidratazione”, aggiunge. “Il consiglio per il paracetamolo è di prescriverlo attentamente ai genitori, assicurandosi che sia stato compreso il dosaggio corretto, onde evitare problemi a livello epatico nel bambino.”