
Sono 9 i principali fattori di rischio che portano alla malnutrizione negli anziani. Quelli più frequenti sono depressione e demenza, difficoltà a masticare e alterazioni del gusto. Un problema che riguarda il 5-10% dei soggetti che vivono nelle proprie case, e fino all’85% di chi vive in strutture. “La nutrizione è correlata sia con la prevenzione sia con l’instaurarsi o l’aggravarsi di diverse patologie e rappresenta un’importante arma per ridurre gli anni di disabilità”, spiega Michela Barichella, presidente della Brain and Malnutrition Association Onlus. “La corretta alimentazione è invece essenziale per mantenere gli anziani in buona salute, perché mangiando di meno il soggetto si indebolisce e inizia un circolo vizioso con cui riduce progressivamente la sua energia. Tra i primi errori, non si assumono adeguate quantità di frutta e verdura. Molto diffuso è inoltre un inadeguato introito di energia e di proteine, che può portare a perdita di peso, diminuzione della massa muscolare e riduzione della risposta immunitaria”, prosegue Barichella. Fondamentale poi è mantenere alto il quantitativo di acqua e ridurre grassi, dolci, sale e alcolici. Utile, consigliano gli esperti, può essere anche un’integrazione mirata di vitamine, minerali e proteine. Il nostro metabolismo e la capacità di assorbimento dei nutrienti cambiano negli anni, dunque ogni età ha la sua dieta. Inoltre, come detto, il rapporto tra il soggetto anziano e il modo di alimentarsi è influenzato, in particolare, da fattori di rischio per la malnutrizione:
1. Disturbi cognitivi | Dementia;
2. Disturbi dell’umore | Depression;
3. Malattie acute o croniche | Disease;
4. Alterazione del gusto | Dysgeusia;
5. Diarrea | Diarrhoea;
6. Medicine | Drugs;
7. Problemi di dentizione | Dentition;
8. Disfunzione | Dysfunction;
9. Disturbi della deglutizione | Dysphagia.