Appuntamenti rispettosi del distanziamento sociale, diminuzione della frequenza delle visite e più tempo tra un paziente e l’altro. Sì a interventi di artroprotesi (anca, ginocchio, spalla, gomito, caviglia), di chirurgia vertebrale (ad es. laminectomia, artrodesi) e altre procedure elettive a carattere semi-urgente. SIOT, Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, annuncia il ripristino in tutta Italia delle visite ambulatoriali e degli interventi semi-urgenti.
Con l’avvio della Fase 2 e sulla base delle decisioni definite a livello regionale e dalle singole Aziende Ospedaliere, Ospedali Universitari e della Sanità Privata, infatti, sarà possibile l’accesso a quelle cure ortopediche non urgenti sospese durante l’avanzare della pandemia. L’annuncio della SIOT avviene nel pieno rispetto di best practice e procedure di sicurezza condivise a livello globale grazie al documento fornito dal Gruppo di Lavoro Ortopedia Basata su prove di Efficacia (GLOBE), redatto in base allo studio della McMaster University (Orthoevidence). L’analisi internazionale ha sintetizzato i dati e le evidenze emerse da 83 pubblicazioni provenienti da 14 diversi Paesi, realizzate tra il 19 febbraio e il 20 aprile 2020, in contemporanea alla diffusione e allo sviluppo della pandemia a livello globale.
“Con i chiari segnali di un miglioramento della curva pandemica in tutti i suoi aspetti, seppur diversi da Regione a Ragione, l’ortopedia è in procinto di riprendere”, dichiara il prof. Francesco Falez, Presidente SIOT. “Anche durante la fase più acuta della pandemia l’ortopedia ha sempre lavorato nell’urgenza, seguendo tutti i protocolli di sicurezza previsti. Ora riprenderà gradualmente la chirurgia di elezione sempre in base alle migliori pratiche cliniche nella massima sicurezza e seguendo scelte riguardanti lo stato di salute del paziente.”
Non solo traumi e interventi urgenti dunque, sempre garantiti anche durante il lockdown e nei momenti di più intensa crescita della pandemia di COVID-19. L’accesso agli ambulatori sarà consentito grazie all’adozione delle nuove linee guida redatte proprio per garantire la massima sicurezza sia ai pazienti che al personale medico e sanitario: appuntamenti programmati in linea con i principi di distanziamento fisico, con meno pazienti, ma con sessioni ambulatoriali più frequenti e più lunghe. Previsti inoltre percorsi dedicati per quei pazienti che giungono in Pronto Soccorso per problemi o traumi muscolo-scheletrici minori. Si farà infine ricorso minimo agli esami radiologici e altri metodi di indagine per avere il minor impatto possibile sulle strutture.
Per le procedure elettive a carattere semi-urgente, sarà demandato a un comitato formato da professionisti di area peri-operatoria di ciascun Centro (rappresentanti di chirurgia, anestesia e assistenza infermieristica) stabilire i criteri di accesso all’intervento per quei pazienti ritenuti idonei (più urgenti) al trattamento chirurgico. L’accesso all’intervento terrà conto delle caratteristiche del paziente, della patologia e dei benefici attesi rispetto ai rischi legati al contagio del COVID-19.
Fatte salve tutte le condizioni di semi-urgenza e sicurezza, nel corso della Fase 2 sarà possibile ripristinare gli interventi di artroprotesi (anca/ginocchio/spalla/gomito/caviglia) per patologie croniche degenerative, quelli di chirurgia elettiva vertebrale (ad es. laminectomia, artrodesi) per patologie degenerative del rachide, osteosintesi di fratture chiuse inveterate, interventi per sindromi da compressione neurologica cronica (ad es. tunnel carpale) e interventi di traumatologia dello sport.
Per tutta la Fase 2, comunque, tutti gli interventi di elezione non urgenti saranno ancora posticipati per ridurre al minimo l’affluenza negli ospedali, l’impatto sulle risorse e salvaguardare la ricettività del sistema sanitario. Inoltre la SIOT sconsiglia, fino a nuove indicazioni ministeriali e regionali, la mobilità sanitaria interregionale per gli interventi in regime di elezione.