Fare il bagno dopo aver mangiato forse non è molto pericoloso. Ecco come comportarsi. Inchiesta di El País

Davvero è rischioso fare il bagno dopo aver mangiato? A porsi la domanda è il quotidiano spagnolo El País. E la risposta è categorica: non esistono prove scientifiche che colleghino l’annegamento all’aver pranzato poco prima. Per riuscire a comprendere questa affermazioni, che sembrano apertamente in contrasto con quanto fino a oggi è stata tutta un’altra verità, sono però necessarie diverse premesse, come riporta l’AGI. Il processo della digestione varia dalla quantità di cibo ingerito durante il pranzo, per cui l’intervallo può durare dai 30 minuti alle 2 ore. Ma che cosa può succedere se ci si immerge in anticipo? Quello che si sostiene possa accadere è malessere generalizzato, vomito, freddo, vertigini, ipotensione e annegamento. Attualmente, secondo la ricostruzione El País, non esistono prove scientifiche di queste affermazioni, che secondo il quotidiano appaiono più che altro una credenza popolare. Tanto più che una ricerca scientifica sulla materia, pubblicata nel 2011 sull’International Journal of Aquatic Research and Education, afferma che “non sono stati registrati casi in cui mangiare prima di bagnarsi e nuotare abbia causato o contribuito ad annegamenti fatali o non fatali”.

“[La questione] ha più a che fare con lo shock termico, con l’entrare improvvisamente in acque molto fredde. È un collasso circolatorio, si verifica ipotensione o un calo della pressione sanguigna, una sorta di sincope. Possono verificarsi vertigini, persino vomito e, se in quel momento ci si trova in acqua, può causare annegamento a causa della perdita di coscienza”, spiega Jesús Sueiro, portavoce dell’Associazione Galiziana di Medicina di Famiglia e di Comunità Agamfec. Il consiglio quindi è quello di entrare in acqua sempre con cautela, lentamente e progressivamente affinché il corpo possa adattarsi. Alberto García Sanz, direttore della Scuola Spagnola di Soccorso e Primo Soccorso, sottolinea come si possano distinguere 2 fenomeni differenti: ciò che comunemente chiamiamo “riduzione della digestione” è in realtà una cattiva digestione, spiega. Pertanto, “quando abbiamo mangiato, l’apparato digerente ha bisogno di una maggiore concentrazione di sangue e ossigeno. Se svolgiamo un’attività fisica […] i gruppi muscolari che agiscono in quell’attività avranno bisogno anche di un apporto di ossigeno e sangue e aumenteranno la frequenza respiratoria e cardiovascolare. A scapito di cosa? A scapito di tale attività digestiva.”

In realtà, dopo aver mangiato e prima di fare il bagno sono almeno 3 i fattori che interagiscono:

  • Temperatura;
  • Attività fisica;
  • Cibo.

Il primo è di per sé un rischio: se entriamo improvvisamente in acqua fredda dopo aver trascorso molto tempo al sole o dopo aver fatto esercizio fisico, cioè se la nostra temperatura corporea è elevata, lo shock termico è maggiore e può causare la sincope. Questo potrebbe verificarsi anche facendo una doccia fredda dopo aver fatto sport, ma in questo caso – spiega Sanz – il pericolo più grande sarebbe rappresentato da eventuali traumi conseguenti alla caduta qualora perdessimo conoscenza. Il fattore cibo diviene rilevante quanto lo si relazione all’attività fisica. “La raccomandazione generale è di non fare esercizio fisico dopo aver mangiato (ecco perché gli atleti mangiano diverse ore prima di una partita o di una gara) o qualsiasi cosa che possa causare stress fisiologico, e ciò includerebbe l’ingresso in acqua improvviso e uno shock termico quando il l’acqua è fredda. Ed è considerata fredda al di sotto dei 24 °C, più o meno”, afferma Luis Miguel Pascual, capo di una ricerca sulle cause dell’annegamento. Ovvero, “se entri in acqua subito dopo aver mangiato, ma non c’è molta differenza di temperatura tra l’acqua e il corpo o lo fai progressivamente, e la tua intenzione è solo quella di immergerti e non fare nessun tipo di attività fisica, non ci sarebbero rischi. E al di là di quelli normali di quando si è in acqua”, osserva El País. In ogni caso, è sempre consigliato entrare in acqua progressivamente; mai di colpo tuffandosi.

fonte: AGI