
Erenumab è il primo anticorpo monoclonale interamente umano studiato nella prevenzione dell’emicrania che antagonizza il recettore del peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP, Calcitonin Gene-Related Peptide), che si ritiene svolga un ruolo chiave nel mediare il dolore invalidante dell’emicrania. Gli studi hanno dimostrato che fino all’80% delle persone affette da emicrania interrompe il trattamento preventivo entro un anno. In una sub-analisi dello studio registrativo di fase II nella prevenzione dell’emicrania cronica, erenumab ha dimostrato risultati di efficacia promettenti nei pazienti con una storia clinica di fallimento a trattamenti precedenti. In questi pazienti, erenumab ha ridotto il numero medio di giorni di emicrania da cinque fino a sette al mese. Inoltre, in questo gruppo di pazienti erenumab ha mostrato una probabilità tre o quattro volte maggiore rispetto al placebo di ottenere una riduzione di almeno il 50% della frequenza delle crisi. “Questi dati dimostrano che erenumab ha tutto il potenziale per essere un’opzione terapeutica in grado di cambiare la vita dei pazienti con emicrania, soprattutto la sotto-popolazione con elevato unmet need, cioè quelli che hanno provato e fallito trattamenti preventivi precedenti”, dichiara il prof. Messoud Ashina, del Danish Headache Center and Department of Neurology dell’Università di Copenaghen. “Riducendo significativamente il numero di giorni di emicrania al mese, erenumab potrebbe aiutare i pazienti a riprendersi una gran parte della loro vita.”