Empagliflozin rimborsabile per il trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica sintomatica HFpEF

Empagliflozin ha ottenuto l’estensione della rimborsabilità per il trattamento dei pazienti adulti con insufficienza cardiaca cronica sintomatica a frazione di eiezione preservata (HFpEF). Il farmaco diventa dunque il primo e unico trattamento approvato e rimborsato dal nostro Ssn per i pazienti adulti con insufficienza cardiaca cronica sintomatica. Il valore clinico di empagliflozin per questa estensione dell’indicazione è stato accertato da Aifa, che ne ha riconosciuto l’innovatività condizionata sulla base del bisogno terapeutico importante e dell’elevata qualità delle prove presentate (ovvero la robustezza degli studi clinici). Questo riconoscimento dimostra il valore di empagliflozin rispetto alle terapie disponibili sinora, dal momento che Aifa stabilisce che per l’attribuzione del carattere di innovatività sia necessaria la dimostrazione di un valore terapeutico aggiunto nel trattamento di una patologia grave (intesa come una malattia ad esito potenzialmente mortale, oppure che induca ospedalizzazioni ripetute, o che ponga il paziente in pericolo di vita o che causi disabilità in grado di compromettere significativamente la qualità della vita).

L’insufficienza cardiaca rappresenta una patologia molto diffusa nel mondo responsabile di quasi 2milioni di ricoveri ospedalieri l’anno e caratterizzata anche da un elevato tasso di mortalità. Si conoscono 2 diverse forme di insufficienza cardiaca cronica sintomatica, a frazione di eiezione ridotta (HFrEF) e a frazione di eiezione preservata (HFpEF), caratterizzate rispettivamente da una difficoltà del cuore di contrarsi normalmente oppure di riempirsi di sangue in modo adeguato. È proprio per quest’ultima forma di insufficienza cardiaca a frazione di eiezione preservata che esiste un bisogno clinico insoddisfatto, dovuto all’assenza di terapie adeguate. “In Italia circa 1,2milioni di persone hanno una diagnosi di scompenso cardiaco e questo numero è in costante aumento visto l’invecchiamento della popolazione”, dichiara il prof. Francesco Dentali, presidente Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti FADOI. “Circa il 50% delle persone ricoverate per insufficienza cardiaca cronica sintomatica ha frazione di eiezione conservata. È noto come in questi pazienti il ricovero ospedaliero – che avviene prevalentemente in Medicina Interna – condizioni pesantemente la sopravvivenza e la qualità della vita. In questo ambito, quindi, la possibilità di utilizzare un farmaco estremamente efficace nel ridurre le re-ospedalizzazioni indipendentemente dalla frazione di eiezione rappresenta per tutti noi sanitari, ma soprattutto per i nostri pazienti, una opportunità terapeutica senza precedenti.”