L’emicrania è una patologia con cause multiple, a cui si associa l’influenza di fattori ambientali. Colpisce circa il 12% degli adulti nei Paesi industrializzati, con una media del 6% per i maschi e del 18% per le femmine. Questa differenza nei due sessi si rende manifesta alla pubertà, mentre fino ad allora la prevalenza si attesta intorno al 3-5% per entrambi i sessi. Il picco massimo di prevalenza si ha intorno ai 30-39 anni, quando si rende evidente anche la discrepanza tra femmine e maschi, con rapporto di 3,5:1 tra i due sessi. A partire dai 40 anni si assiste a un progressivo decremento della prevalenza dell’emicrania in entrambi i sessi, per assestarsi attorno a valori decisamente inferiori (1-4%) nella terza età.
I quadri clinici sono rappresentati dall’Emicrania senz’aura e dall’Emicrania con aura. La forma più comune (circa l’85% dei casi) è l’emicrania senz’aura. Caratteristiche tipiche sono la localizzazione unilaterale (ma non esclusivamente), l’intensità moderata o severa, l’aggravamento in seguito ad attività fisiche di routine e l’associazione con nausea, vomito, foto-fonofobia. Il tutto può durare dalle 4 alle 72 ore.
L’emicrania con aura ha una frequenza decisamente inferiore, la peculiarità di questa forma particolare di emicrania risiede nella presenza, precedentemente alla fase algica, dello scatenarsi di fenomeni tipici di carattere pressoché costantemente neurologici, che possono essere di tipo visivo (scintillii, flash luminosi, spettri di fortificazione, linee a zig-zag, offuscamento della vista) o fisico-sensoriali (parestesie, formicolii, disartria, difficoltà di movimento). Il dolore ha più spesso sede unilaterale.
Un trattamento efficace dell’emicrania prevede innanzitutto una diagnosi corretta. Prima di intraprendere qualsiasi terapia è necessario identificare eventuali fattori scatenanti/favorenti. Il modo più corretto è rappresentato dalla compilazione di un diario della cefalea, utile anche per il monitoraggio clinico degli attacchi. La terapia viene suddivisa in sintomatica e preventiva. La prima si prefigge lo scopo di bloccare la crisi, o diminuirne l’intensità. La terapia di profilassi ha lo scopo di ridurre la frequenza degli attacchi e, successivamente, la durata e l’intensità degli stessi.