Emergenza caldo. Chi individua i soggetti fragili? Scotti (Fimmg): “Medici hanno i dati, ma il Welfare non li utilizza”

“Siamo 40mila medici-sentinella sul territorio e abbiamo le schede di tutti; dobbiamo farle a inizio anno e poi eventualmente aggiornarle, con vari parametri come gli accessi alla Asl (più ce ne sono, più il paziente sale nella scala del rischio), le patologie, l’eventuale difficoltà a venire a studio”, dichiara all’AGI il segretario della Federazione dei Medici di Medicina Generale Fimmg, Silvestro Scotti. “I distretti sanitari hanno in pancia questi dati, ma poi non si interviene in maniera strutturale e coordinata. Basterebbe tenere conto a livello centrale di un indice di gravità per singolo paziente per programmare gli interventi, dall’assistente sociale che va a fare compagnia e magari a portare la spesa al medico di famiglia in caso di necessità di cure sanitarie. Ma pensi che io questi dati devo consegnarli cartacei, quando nel mio sistema gestionale ho fatto dei normali file Excel con la situazione di tutti i fragili che seguo. Di questi dati così non si ha contezza”, continua. “Se ci fosse una piattaforma informatica il management distrettuale potrebbe gestire il flusso di informazioni e smistarlo in base alle esigenze dei territori, non ci sarebbero nemmeno costi in più.”

“[Servirebbe] una rete di professionisti sul territorio per non abbandonare queste persone”, prosegue Scotti. “Noi da soli non bastiamo. Tanto più che il problema aumenterà purtroppo. Gli italiani sono sempre più anziani, e questo significa anche che ci sono sempre meno giovani per accudirli. Un nipote che deve gestire magari 4 nonni fa fatica. E non c’è un welfare sufficiente evidentemente, se è vero che in Francia, dove ha fatto anche più caldo che qui, hanno avuto meno morti, perché hanno il sistema più avanzato d’Europa”, dichiara. “L’Italia è il Paese che nel 2022 ha avuto più vittime per il caldo in Europa, ben 18mila. A causa di una popolazione sempre più anziana, ma anche dell’abbandono di tante persone fragili e sole. Eppure, c’è chi, come i Medici di famiglia, queste persone le conosce, ne cataloga lo stato di salute, i rischi e le condizioni sociali […], ma non vengono considerati.”