“Nell’embolia da virus Sars-CoV-2, è possibile eseguire la trombolisi?” Risponde Lidia Rota Vender, presidente ALT

Il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 determina una varietà di quadri clinici gravi, spesso associati tra di loro, che possono causare il decesso. Oltre all’insufficienza respiratoria determinata dalla polmonite e quindi dalla grave infiammazione polmonare, si osservano anche quadri più rari di pneumotorace, pneumomediastino, vasculite, ma anche fenomeni periferici quali i geloni ai piedi o alle mani, come riportato nei giorni scorsi da clicMedicina. Dopo la polmonite, da sola o associata alla prima, più frequentemente si verifica l’embolia polmonare. L’Embolia Polmonare è la complicanza più grave di una trombosi che si forma in una vena, delle gambe, delle braccia, dell’addome, di qualunque parte del corpo. Trombosi venosa e Embolia Polmonare sono strettamente collegate: quando un trombo si forma in una vena, rilascia frammenti che diventano emboli, i quali raggiungendo il polmone causano appunto l’embolia polmonare. “Conoscere la Trombosi, sapere quali sono le situazioni a rischio, imparare a riconoscerne i sintomi premonitori significa anche ricorrere a determinate terapie in grado di risolvere il problema della embolia”, dichiara a clicMedicina la dott.ssa Lidia Rota Vender, presidente di ALT, Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle Malattie Cardiovascolari.

DOMANDA

“Dott.ssa Lidia Rota Vender, nei casi di COVID-19 e embolia massiva, crede sia opportuno mettere in pratica la lisi del trombo, specialmente nelle persone in buone condizioni?”

RISPOSTA

“La lisi del trombo (trombolisi) è una procedura di emergenza che si utilizza quando l’embolia polmonare è così massiva e importante da chiudere la maggior parte del sistema arterioso polmonare e provocare sovraccarico al cuore, nella sua parte destra, che non riesce a spingere il sangue in un letto vascolare ridotto, si dilata e dà segni di scompenso, di aritmia fino all’arresto cardiaco.

È una procedura molto delicata che si utilizza in casi come quello descritto, valutando accuratamente, cosa che i medici sono preparati a fare il rischio emorragico del singolo paziente in modo da non provocare eventi gravi come l’emorragia cerebrale nel tentativo di sciogliere il trombo e gli emboli. È molto simile alla procedura utilizzata in cardiologia in caso di infarto acuto, che ha salvato e salva molte vite, ma viene eseguita con tutte le precauzioni necessarie in ambiente protetto.”