Gli effetti negativi di COVID-19 sui malati renali cronici

La seconda ondata di COVID-19 ha travolto le persone con malattia renale cronica. Raddoppia il numero dei morti rispetto alla prima ondata, con un tasso di mortalità che, nonostante una leggera flessione, resta altissimo: tra i malati renali cronici, 1 su 4 muore. Una percentuale che si aggira intorno al 22%. Una mortalità di 8/10 volte superiore a quella della media della popolazione generale. Questi i dati preliminari emersi da una survey condotta dalla SIN che ha preso in considerazione i pazienti in dialisi domiciliare, emodialisi e trapiantati afferenti ai centri di nefrologia presenti su tutto il territorio nazionale. Quadruplicato il totale dei positivi al COVID-19: il numero dei pazienti in emodialisi positivi passa dal 3,4% della prima ondata all’11,6% della seconda ondata di pandemia da SARS-CoV-2; il numero dei pazienti in dialisi peritoneale e domiciliare passa dall’1,3% al 6,8%; si registra un picco anche per i trapiantati che si sono infettati, che passano dallo 0,8% al 5%. I pazienti in dialisi domiciliare e peritoneale e ancor più i trapiantati sono stati esposti in maniera decisamente più significativa che nella prima ondata, ma proporzionalmente meno di quelli in emodialisi ospedaliera, che devono recarsi nei Centri ospedalieri più volte a settimana e trascorrere diverse ore in ambienti comuni, sia in attesa, sia durante il trattamento dialitico.

Rispetto ai dati della prima ondata, in cui la mortalità è arrivata a colpire 1/3 dei pazienti, nel periodo compreso tra ottobre 2020 e febbraio 2021 sono stati intercettati più casi paucisintomatici e, in alcuni casi, asintomatici, grazie alla tempestiva e regolare predisposizione di tamponi su pazienti, medici e operatori sanitari. Un dato, questo, che spiega in parte la flessione rilevata. “È evidente che il rapporto tra malati nefropatici positivi (dializzati e trapiantati) e numero di morti resta elevatissimo, pressoché invariato, confermando la necessità di intervenire con un piano vaccini che li consideri in maniera prioritaria in quanto categoria emblematica di soggetti fragili per esposizione all’infezione, comorbidità e conseguente alta letalità”, commenta il prof. Piergiorgio Messa, presidente SIN e direttore di Unità Operativa Complessa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto Renale Policlinico di Milano e ordinario di Nefrologia all’Università degli Studi di Milano. La SIN raccomanda alle persone con malattia renale cronica di seguire 5 semplici ma efficaci regole:

  • Sottoporsi alla vaccinazione non appena possibile;
  • Mantenere le precauzioni già in atto relative a distanziamento e misure di sicurezza (mascherina e lavaggio frequente delle mani;
  • Evitare l’autosomministrazione e l’assunzione di farmaci non consigliati e/o prescritti dal medico;
  • Mantenere il contatto con il nefrologo;
  • Mantenere uno stile di vita corretto (sana alimentazione, no al fumo, sì all’attività fisica).