“Dopo 2 interventi ho ancora l’idrocele”

DOMANDA

“Ho 38 anni e lo scorso anno mi sono deciso ad operarmi di idrocele dx. Dopo circa 3 mesi, la parte destra dello scroto si è ingrossata molto [rispetto a prima dell’intervento]. Mi faccio vedere, dall’Urologo che mi ha operato e il verdetto è stato implacabile: idrocele recidivo. Sono stato rimesso in lista, in attesa di un nuovo intervento, ma dopo ogni 2-3 mesi è stato necessario aspirare il liquido. Finalmente, vengo operato dopo circa 1 anno e, ahimè, dopo nemmeno 1 mese di nuovo l’idrocele, che come in precedenza sembra un po’ ridursi solo in posizione sdraiata. Mi potete dare qualche spiegazione sul perché l’idrocele si riforma?”

 

RISPOSTA

L’idrocele è la raccolta di liquido, solitamente chiaro, che si trova tra la tunica albuginea e il testicolo e può insorgere sia a destra che a sinistra, in una quantità molto variabile, da pochi decine di cc a 200-300 cc, con difficoltà anche della deambulazione. Spesso l’idrocele è la conseguenza di una infiammazione dell’epididimo e/o del testicolo e per questo l’intervento consiste nello svuotamento del liquido e nella eversione e/o resezione della tunica vaginale. Dopo 10-15 giorni, lo scroto riacquista le dimensioni normali e l’idrocele non si riforma; l’intervento può essere eseguito in anestesia locale. Tuttavia, in età adulta – anche se raramente, perché la patologia si riscontra con più facilità nei bambini – l’idrocele può essere dovuto a una parziale pervietà del dotto peritoneo-vaginale, per cui una metà dello scroto si riempie di liquido proveniente dalla cavità addominale, formando l’idrocele. Naturalmente si tratta di un difetto congenito e, in questi casi, l’intervento tradizionale è destinato a fallire. Per guarire, è necessario eseguire la chiusura del dotto peritoneo-vaginale, ed eventualmente riparare l’ernia che può essere associata.