Disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, Lanzarin: “In Veneto, servizi innovativi”

“La Regione Veneto nel corso degli anni ha saputo costruire servizi innovativi sperimentali, resi a favore di 2.496 utenti (delineati dalle DGR n. 739/2015, DGR n. 1375/2020 e dal Dopo di Noi); […] ha sviluppato una rete di Fattorie Sociali che accoglie 568 persone con disabilità e ha attuato inserimenti lavorativi specifici (4.800 persone con disabilità)”, dichiara l’assessore regionale alla Sanità e al Sociale, Manuela Lanzarin, intervenendo agli Stati Generali sulle Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo, promossi da Anffas nazionale, in collaborazione con Anffas Veneto. “[Regione Veneto] ha garantito interventi nell’ambito della domiciliarità a favore di 5.850 persone con disabilità; sono stati sviluppati nel territorio iniziative partite dal basso, grazie al contributo fondamentale del Terzo Settore e di Associazioni come Anffas (436 progetti diffusi su tutto il territorio regionale). Tuttavia, abbiamo ancora di fronte sfide importanti: la necessità di riuscire a realizzare un progetto di vita intorno alla persona con disabilità che non sia frammentato, ma unitario, capace di tener conto delle necessità sanitarie, mediche, scolastiche, lavorative, sportive e di integrazione della persona e dei suoi familiari. È necessario un cambiamento organizzativo e di mentalità. Stiamo vivendo un momento importante – continua Lanzarin – non solo dal punto di vista legislativo, con una rivoluzione normativa molto forte, ma anche con le trasformazioni sociali e demografiche che stiamo vivendo, quali denatalità e invecchiamento della popolazione, o con la difficoltà di trovare personale specializzato a cui bisogna garantire il turnover. È dunque fondamentale investire sempre più sulla programmazione e coprogettazione con gli attori del sistema attraverso una responsabilità collettiva.”

Spunto per la riflessione, la presentazione di un sondaggio sulla percezione della disabilità cognitiva nella Regione, che sottolinea la necessità di intervenire “a livello culturale”, con il 30,12% del campione intervistato che dichiara di provare disagio quando pensa a una persona con disabilità, il 20,55% paura, il 14,10 imbarazzo.