Sindrome da iperconnessione, no mobile fobia (paura di rimanere senza connessione mobile), FOMO (fear of missing out, paura di essere tagliati fuori dalle reti social), vamping (stare tutta la notte in chat), hikikomori (uso esagerato della rete che porta a condotte di ritiro sociale). E ancora, cyberbullismo, sexting e sextortion, compulsive online gambling (ovvero il gioco d’azzardo compulsivo online), narcisismo digitale e phubbing (vale a dire la tendenza a ignorare gli altri perché immersi nel proprio smartphone): sono le nuove malattie digitali legate all’uso scorretto di internet e social network. Vere e proprie dipendenze, come quella dai videogiochi recentemente catalogata dall’OMS fra i disturbi mentali, che colpiscono un numero crescente di italiani, bambini e adulti.
“Sono problemi di cui si parla ancora poco”, spiega la psicologa Maria Rosaria Montemurro. “Ma emerge sempre di più che l’abuso dei device digitali è correlato problemi come ansia, stress, depressione, appiattimento emotivo, decadimento cognitivo e alterazione del ritmo sonno-veglia, con conseguenze sulla salute psichica, fisica (problemi di postura e di vista, in casi gravi anche vertigini e tachicardia) e sui rapporti sociali. Per imparare a gestire al meglio il rapporto con la tecnologia occorre un vero e proprio percorso di coaching che permetta all’individuo il recupero di sé stesso, del suo rapporto con la gruppalità e del suo rapporto con nuove tecnologie. L’obiettivo, dunque, è quello di riappropriarsi globalmente di uno stile di vita sano ed equilibrato.”
A raccogliere questa sfida è Cerba HealthCare Italia, che nei suoi poliambulatori mette a disposizione medici e psicologi che attivano un Digital Life Coaching rivolto ad adulti e nei bambini, con focus particolare sui giovani della Generazione Z e sulle loro famiglie: “Non esistevano prima di oggi in Italia centri medici di prossimità attrezzati ad affrontare i problemi legati all’uso non corretto di internet, smartphone e social network”, spiega il CEO di Cerba HC Italia Stefano Massaro. “Con questa iniziativa portiamo sul territorio un servizio nuovo e accessibile; chi frequenta i nostri centri medici per analisi e visite di ogni tipo potrà così avvicinarsi al concetto di digital life coaching ed essere sensibilizzato sul tema. Chi sente di avere un problema collegato con l’abuso della rete, o vuole chiedere consiglio per un proprio familiare, potrà parlare con personale qualificato e fare un primo screening di valutazione generale assieme agli psicologi, sulla base del quale costruire percorsi personalizzati.”
La platea interessata è potenzialmente molto vasta. Basti pensare che, secondo l’ultimo rapporto Agi-Censis, la gran parte degli utenti internet è online anche prima di dormire (77,7%) e subito dopo la sveglia (63,0%); il 61,7% utilizza i dispositivi anche a letto (tra i giovani si arriva al 79,7%) e il 34,1% a tavola (la percentuale sale al 49,7% fra i giovani). Il 22,7% degli utenti ha spesso la sensazione di essere dipendente da internet e l’11,7% dichiara di vivere con ansia un’eventuale mancanza di connessione. Per l’11,2% inoltre l’utilizzo della rete è fonte di collisioni con i propri familiari.
A OGNI ETÀ DISTURBI SPECIFICI
Per gli adulti uno dei primi campanelli d’allarme è la mancanza di sonno, con aumento della stanchezza, dello stress, dell’impulsività; ciò comporta una drastica mutazione del proprio stile di vita, che vede come conseguenza una trascuratezza dei doveri personali, nel campo lavorativo e nelle performance più in generale. Gli adolescenti idealizzano e emulano influencer e youtuber, spesso con spiccato desiderio di ritiro sociale con la finalità di trascorrere più tempo possibile sui social network. I bambini sono vittime della tecnologia quando gli adulti la usano per “tenerli buoni” in mancanza di altri strumenti a disposizione. Il Digital Life Coaching aiuta proprio a ritrovare un equilibrio, riconoscendo e rompendo i meccanismi che creano dipendenza, ripristinando i corretti ritmi sonno-veglia e restituendo i giusti spazi alle relazioni interpersonali. “In generale, i ragazzi tendono a non ascoltare gli adulti che impongono loro limitazioni all’uso della rete. Ma, allo stesso tempo, i genitori sono chiamati al ‘dovere educativo’ nei confronti dei propri figli, e a usare la rete in maniera responsabile, con regole precise che anch’essi devono rispettare, in maniera coerente. L’approccio di Cerba HealthCare – conclude Montemurro – chiama in causa il benessere a 360° ed è orientato alla vita sana e alla prevenzione.”