Alcuni tecnici di Confagricoltura Asti hanno scoperto che la vera causa del danneggiamento di intere piantagioni di mais era dovuta alla presenza della Diabrotica, un insetto che si nutre proprio delle sue radici, e non ai forti temporali dei giorni scorsi. Originaria degli Stati Uniti, è stata avvistata in Europa, a partire dal 1992, in area balcanica e da lì si è poi diffusa nelle zone circostanti. Nel 1998 ha fatto la sua prima comparsa in Italia, nelle regioni di Lombardia, Piemonte, Trentino, Friuli, Emilia Romagna. L’opera distruttiva della diabrotica nell’Astigiano risale ormai al 2008, con una perdita costante di produzione del 15/20%. Colpisce principalmente il mais in quanto è l’unica pianta che consente lo sviluppo di popolazioni elevate e che può subire danni gravi ma, occasionalmente, le larve possono svilupparsi su altre graminacee.
Fino al 2014 era in vigore un programma di finanziamento da parte della Regione Piemonte per la creazione di sistemi di monitoraggio sulle colture. Purtroppo questo progetto non è più stato rinnovato e oggi le aziende non possono più beneficiare di questo contributo regionale. “I repentini cambiamenti climatici uniti alla proliferazione della diabrotica stanno diventando un vero e proprio flagello per le colture di mais”, afferma Enrico Masenga, tecnico specialista di settore di Confagricoltura Asti. “Chiediamo a gran voce, insieme ai nostri agricoltori – dichiara il direttore, Mariagrazia Baravalle – un intervento delle istituzioni affinché vengano ripristinati i finanziamenti per il monitoraggio che permette di individuare i metodi di lotta idonei e gli interventi mirati a contrastare questo parassita.”