Depressione postpartum. Una giornata mondiale per la sensibilizzazione

La depressione post partum (DPP) o depressione puerperale è un disturbo che colpisce, con diversi livelli di gravità, dall’8 al 12% delle neomamme ed esordisce generalmente tra la 6ª e la 12ª  settimana dopo la nascita del figlio.
La donna si sente triste senza motivo, irritabile, facile al pianto, non all’altezza nei confronti degli impegni che la attendono. Inoltre, un sentimento ricorrente tra le neomamme, che si trovano a dover affrontare questo problema, è la vergogna mista a senso di colpa. Nel sentire comune si dà infatti per scontato che una neomamma debba essere felice in ogni istante. Si tratta di un falso mito. La paura di essere considerate delle madri inadeguate, alimentata da aspettative poco realistiche, può portare le donne a sentirsi colpevoli e ad essere poco inclini a cercare aiuto, dimenticando che occorre tempo per adattarsi alla maternità. E’ bene ricordarlo: genitori non si nasce, si diventa. Ebbene, per sensibilizzare tutti, mamme e papà il 10 ottobre si svolgerà la giornata mondiale  della salute  mentale con numerosi incontri proprio sul depressione postpartum. Ed è quanto succederà all’Ospedale  Papa Giovanni XXIII che aderisce alla terza edizione dell’iniziativa “H-open day”, dedicata alle donne che soffrono di disturbi psichici, neurologici e del comportamento, organizzata dall’Osservatorio nazionale per la salute della donna (ONDA). L’incontro è ad accesso libero e gratuito e prevede la possibilità anche di sottoporsi a test di screening. L’appuntamento è per lunedì 10 ottobre alle 9 all’ingresso 55 di Hospital street (aule 4 e 5), dove gli specialisti del Papa Giovanni illustreranno a mamme e futuri genitori interessati ad approfondire un tema difficile, quali sono i disturbi mentali più spesso associati alla gravidanza, come è possibile intercettarli e curarli in maniera efficace, per non mettere a repentaglio la propria salute, quella del bambino e la serenità dell’intero nucleo familiare. Fino alle 16 le donne in gravidanza e nel post partum potranno anche sottoporsi a colloqui clinici e a test di screening.
“Anche con i disturbi psichici legati alla gravidanza è possibile fare una prevenzione efficace – ha spiegato Emi Bondi, direttore della Psichiatria 1 -.Il problema è riuscire ad intercettare le donne che hanno bisogno del nostro aiuto, perché non riconoscono di essere a rischio o di essere già malata e spesso sono molto sole. Non bisogna avere né paura né vergogna di affrontare il proprio disagio legato all’arrivo di un bambino perché le soluzioni ci sono e non per forza prevedono la somministrazione di farmaci. A volte è sufficiente un colloquio con i nostri professionisti per dare un senso ad un disagio che è più frequente di quanto si immagini nella nostra società, dove le future mamme lavorano a tempo pieno e non hanno più il sostegno di madri, nonne e zie che in passato invece era scontato”.