Se demenza reversibile non è Alzheimer

In pochi forse sanno che esiste una piccola parte, ma pur sempre significativa, di cosiddette “demenze” che sono curabili e spesso anche reversibili, consentendo un recupero significativo delle funzioni cognitive, in quanto non si tratta di una vera e proprio malattia di Alzheimer. “Non solo, spesso questi pazienti hanno notevolissime difficoltà nella marcia, con importanti problematiche nella loro quotidianità”, dichiara il dott. Bruno Zanotti, Neurochirurgo e Segretario SNO. “Una corretta cura potrebbe portare ad un importante recupero; bisogna considerare che anche queste alterazioni possono regredire. Parliamo delle situazioni dementigene prodotte dall’idrocefalo dell’anziano; in sostanza, di un’alterazione della dinamica liquorale che produce una progressiva dilatazione dei sistemi liquorali dell’encefalo. Questo sovvertimento ‘idraulico’, alla lunga, è capace di produrre una serie di danni che mimano in tutto e per tutto un decadimento simile all’Alzheimer.”

Il fatto rilevante è che questo decadimento è reversibile e con un semplice intervento neurochirurgico si può risolvere in modo definitivo e portare il soggetto a un potenziale recupero della propria autonomia e, in definitiva, della propria entità personale. Scoprire le persone anziane con segni di decadenza che possono usufruire di una simile potenzialità terapeutica rientra in un lavoro coordinato fra neurologo, neuroradiologo, neuroriabilitatore, neuropsicologo, neurochirurgo, e la SNO con il suo carattere multidisciplinare lavora verso questa direzione. “Spesso pero, tale potenzialità non viene sfruttata, perché ancora poco conosciuta, e non è raro incontrare negli ambulatori soggetti etichettati come affetti da demenza, curati per anni in un tale contesto, con parenti rassegnati al destino del loro caro, che invece, a un’analisi più attenta, risultano affetti da idrocefalo dell’anziano”, afferma Zanotti. “Quindi, il messaggio vero è che chi è affetto da decadimento va attentamente valutato in équipe multidisciplinari di esperti ed avere ben presente che, seppure in minima parte, esiste la possibilità di curare anche la cosiddetta demenza.”