“Il fenomeno dell’invecchiamento è sotto gli occhi di tutti ed ognuno si ingegna a viverlo o gestirlo a modo suo. E anche per l’assistenza socio-sanitaria ogni Regione fa ‘a modo suo’, con numeri di anziani assistiti al domicilio (ADI) o in RSA totalmente diversi in ognuna di esse, ma accomunati dall’essere assolutamente risibili: ne beneficia, in media, il 3% degli over65, rispetto ai bisogni di una crescente fetta di popolazione anziana affetta da fragilità”, dichiara il presidente di Italia Longeva, Roberto Bernabei. “Il provvedimento attuativo della Legge 33/2023 dedicato all’assistenza delle persone anziane, che stanzia 1miliardo per la terza età, presenta una cornice assai più ampia di quella attuale limitata a ADI e RSA, tentando di indirizzare l’assistenza verso l’educazione all’invecchiamento, la longevità attiva, la formazione del personale, il rapporto tra generazioni, e verso un’accelerazione del potenziamento delle cure domiciliari. L’individuazione di un Punto Unico di Accesso (PUA) ai servizi potrà inoltre contribuire a limitare l’attuale peregrinare del cittadino alla ricerca del ‘Santo Gral’, cioè di qualcuno che dia risposte a domande complesse come la non autosufficienza. Qualcosa si sta muovendo sul fronte di una maggiore centralità degli anziani nelle politiche socio-sanitarie, una strada obbligata per fronteggiare in maniera sostenibile le crescenti esigenze di protezione della terza età e dare un senso all’aumento dell’aspettativa di vita.”
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