I danni da abuso di alcol a fegato e salute

Circa 800mila minorenni e 2,6milioni di over65 sono a rischio di patologie e problematiche alcol-correlate. I danni del binge drinking fra i giovanissimi. Preoccupa anche l’aumento dei casi di obesità. Sono alcune delle tematiche discusse nel corso del LIV Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato.

Provoca iniziale euforia e perdita dei freni inibitori, ma è tra le sostanze più tossiche, come evidenziato da una recente pubblicazione apparsa su The Lancet: in funzione di dosi crescenti, anche moderate, è potenzialmente cancerogeno, può danneggiare o distruggere le cellule ed è causa di una dipendenza il cui grado è superiore rispetto alle droghe più conosciute. Non è una sostanza nutriente o utile, ma provoca danno diretto alle cellule di molti organi, tra cui il fegato e il sistema nervoso centrale. L’alcol viene assorbito per il 20% dallo stomaco e per il restante 80% dalla prima parte dell’intestino. Se lo stomaco è vuoto, l’assorbimento è più rapido. L’alcol assorbito passa nel sangue e dal sangue al fegato, che ha il compito di “distruggerlo”. Finché il fegato non ne ha completato la digestione, l’alcol continua a circolare, diffondendosi nei vari organi. In alcuni individui, in alcune etnie e nelle donne, l’efficienza di questo sistema è molto ridotta e determina effetti tossici già in piccole quantità.

Circa il 90-98% dell’alcol ingerito viene rimosso dal fegato. Il restante 10% viene eliminato attraverso l’urina, le feci, il respiro, il latte materno, le lacrime, il sudore. La velocità con cui il fegato riesce a rimuovere l’alcol dal sangue varia da individuo a individuo; in media, per smaltire un bicchiere di una qualsiasi bevanda alcolica l’organismo impiega circa 2 ore. Se si assume molto alcol in poco tempo, lo smaltimento è più lungo e difficile, e gli effetti più gravi. A quantità progressivamente crescenti corrispondono effetti come perdita di equilibrio, difficoltà motorie, nausea, confusione e riduzione della visione laterale. Quantità eccessive di alcol possono portare fino al coma e alla morte.

Le donne hanno una massa corporea inferiore rispetto all’uomo, minor quantità di acqua corporea e meno efficienza dei meccanismi di metabolizzazione dell’alcol. Questo le rende più vulnerabili agli effetti dell’alcol e, a parità di consumo, determina la rilevazione di un’alcolemia elevata. L’alcol può essere responsabile della minore produzione degli ormoni femminili, determinando una insufficienza ovarica che si manifesta con irregolarità mestruali (fino alla scomparsa del ciclo), presenza di cicli senza ovulazione e infertilità. Questi sintomi sono stati riscontrati anche in chi beve solo in occasioni sociali. Inoltre, un consumo anche moderato può incrementare il rischio di tumore al seno.

L’alcol può provocare sbalzi di umore: bere perché si è arrabbiati può essere perciò una pessima idea in quanto può esasperare ulteriormente l’aggressività. Può determinare tristezza e depressione, e aumenta significativamente il rischio di incidenti alla guida. Il limite consentito dalla legge è di 0,5 grammi per litro. Mediamente, un bicchiere di una qualsiasi bevanda alcolica (12 grammi di alcol) determina una alcolemia di 0,2 grammi per litro, ma tali livelli sono soggetti ad una estrema variabilità individuale. Le donne possono raggiungere 0,5 di alcolemia anche con poco più di un bicchiere di vino, birra, amaro, aperitivo alcolico o superalcolico, per cui devono avere maggiore cautela in previsione di porsi alla guida di un qualsiasi veicolo. Il rischio di incidente grave cresce in maniera esponenziale all’aumento del tasso alcolemico: il rischio di avere un incidente stradale con 0,5 di alcolemia alla guida è 5 volte maggiore di chi non beve. Con una alcolemia di 1,5 (circa 6 bicchieri) il rischio è 30 volte maggiore; con 1,8 l’incidente grave è più che molto probabile.

fonte: ISS