COVID-19. “Scorretto sostenere che i bambini non si ammalano”, Di Mauro (SIPPS)

“Sostenere che i bambini non si infettino di Covid-19 non è un’affermazione corretta. Anzi, è pericoloso da dire alle famiglie. Confonde i genitori”. È perentorio il commento di Giuseppe Di Mauro, presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), che replica così alle parole di Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri, comparse recentemente sul Corriere della Sera. “I bambini si ammalano di questo virus ma fortunatamente non vanno in terapia intensiva. Inoltre, la contagiosità del SARS-COV 2 in età pediatrica deve essere ancora attentamente valutata perché negli ultimi 2 mesi i bambini hanno interrotto la frequenza scolastica e sono stati isolati dalla restrizione. Questo ha fatto diminuire drasticamente i contagi di tutte le malattie infettive, ma bisognerà valutare attentamente la diffusione del virus nel momento in cui si allenteranno queste misure protettive.

“Nei bambini il Covid-19 compare spesso sotto forma asintomatica o con una sintomatologia lieve”, prosegue Di Mauro. “Certo non sviluppano la malattia in modo grave come negli adulti, o come quegli adulti che presentano delle malattie croniche, ma non possiamo ignorare che proprio in questi giorni sono pubblicati alcuni dati su riviste scientifiche sul rischio che alcuni bambini affetti da COVID possano sviluppare la malattia di Kawasaki, complicanza temibile e che necessita di terapie importanti e rapide.”

In vista della fase 2, Di Mauro non vuole che ci siano dubbi: “Non dobbiamo mettere a rischio la salute di nessuno, men che meno quella delle persone anziane o con patologie croniche. Da lunedì le famiglie si aprono alle visite dei congiunti, i nipoti andranno dai nonni e bisognerà mantenere alta la guardia sul rischio contagi. Il consiglio è sempre lo stesso: I bambini, se vedono i nonni, devono indossare la mascherina e tenere la distanza di sicurezza. La chiusura – conclude – sta dando buoni risultati e, in vista del riavvicinamento ai congiunti, tuteliamo i contatti per ridurre il rischio contagio.”