Covid e salute respiratoria

L’esperienza del COVID-19 ha rinnovato l’interesse da parte dell’opinione pubblica per il valore della salute respiratoria. Analogamente, ha ribadito l’importanza dello sviluppo clinico e scientifico della Pneumologia, che nell’ambito del sistema sanitario italiano rileva un numero crescente di medici in formazione: negli ultimi 2 anni, gli specializzandi in Malattie dell’Apparato Respiratorio sono infatti triplicati, passando da alcune centinaia a circa un migliaio. Oltre alle fasi acute della patologia, si riscontra un’importante mole di pazienti cronici che, in fase post-Covid, sviluppano fibrosi polmonare e sintomatologie da long Covid.

Next Generation – Pneumologi di Domani a Confronto, iniziativa online e in presenza, presso l’Aula Magna dell’Università La Sapienza di Roma, S.I.P./I.R.S. Società Italiana di Pneumologia/Italian Respiratory Society intende consolidare il costante aggiornamento e confronto riguardo a temi conosciuti o più recenti, al fine di far crescere i nuovi specialisti pneumologi in linea con le necessità cliniche e scientifiche del presente e del prossimo futuro: “In qualità di prossimo presidente della Società Italiana di Pneumologia, è un piacere annunciare ed essere il responsabile scientifico della prima edizione del congresso SIP/IRS Next Generation”, dichiara il prof. Carlo Vancheri, Università di Catania, referente scientifico dell’evento. “Il congresso nasce grazie al lavoro di tutto il consiglio direttivo SIP e del presidente uscente, prof. Luca Richeldi, che nei suoi 2 anni di mandato ha svolto un incredibile lavoro per portare avanti, nonostante la pandemia, i temi e le istanze della Pneumologia. L’integrazione dell’energia e dell’entusiasmo dei giovani specializzandi e specialisti con l’alto valore accademico e clinico della componente senior della SIP/IRS è sicuramente il valore aggiunto di questo congresso.”

“Dal 3 al 5 dicembre a Roma, si affrontano i maggiori temi della Pneumologia, dalle malattie ostruttive – come asma e BPCO – alle interstiziopatie, e ovviamente il tema recentissimo e molto sentito del COVID-19, pandemia che ha mostrato ‘al grande pubblico’ l’importanza e la centralità della nostra disciplina”, prosegue Vancheri. “Il congresso vede la presenza di numerose eccellenze nazionali e internazionali impegnate in vari tipi di sessioni, dal più classico simposio al pro-con, ovvero un dibattito tra 2 relatori riguardo temi particolarmente discussi e che mirano non solo ad un fedele aggiornamento sullo stato dell’arte, ma anche a creare riflessioni e pareri nei partecipanti.”

“Il SIP/IRS Next Generation è il risultato di due anni di lavoro svolto in seno alla Società Italiana di Pneumologia, finalizzato ad accrescere la presenza, la partecipazione e la consapevolezza di specializzandi e giovani specialisti all’interno della vita della nostra società scientifica”, afferma il dott. Francesco Lombardi, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e referente scientifico del congresso. “Negli ultimi anni, anche a seguito del COVID-19, la Pneumologia ha visto crescere il proprio ruolo all’interno degli ospedali e del sistema sanitario nazionale. Questa crescita è stata accompagnata dal riconoscimento delle istituzioni, in particolare abbiamo visto triplicare – cosa mai successa prima – il numero delle borse per i medici in formazione in malattie dell’apparato respiratorio. La nostra disciplina ha quindi ricevuto una energica iniezione di forze nuove per nuove sfide infrastrutturali, formative e lavorative. Il SIP/IRS Next Generation è il primo congresso che vede una componente maggioritaria di giovani specialisti e specializzandi, che ho il piacere di rappresentare nel direttivo della società. Siamo molto felici di essere riusciti a realizzare un congresso in forma ibrida, con la possibilità di seguire online le sessioni, ma soprattutto con la possibilità di esserci nuovamente dal vivo. Infatti, il potersi conoscere, stringere rapporti umani e scambiarsi idee è una delle mission più profonde e vere di una società scientifica, e dare la possibilità finalmente anche alle “nuove leve” di esserci, è già di per sé un successo. Non esiste una sola telemedicina: ogni percorso di monitoraggio è specifico per patologia e per la natura del paziente ma è sempre orientato a ridurre significativamente l’ospedalizzazione. In rapporto al Covid-19, per noi pneumologi il telemonitoraggio può essere molto ‘stretto’, misurando la saturazione arteriosa, con strumenti in collegamento bluetooth, a quei pazienti appena contagiati e che potrebbero peggiorare improvvisamente. Di sicuro – conclude – in questo periodo pandemico l’assistenza sanitaria a distanza rappresenta per noi una grande opportunità per seguire e curare tutti quei pazienti affetti da patologie respiratorie non Covid-19.”