Il rischio burnout a causa del dilagare della variante Omicron è concreto e a lanciare l’allarme sono gli stessi medici di famiglia Fimmg. “Mentre tutti guardano agli ospedali e ai tassi di occupazione delle terapie intensive e dei posti nei reparti ordinari, il territorio, che è il cuore dell’assistenza sanitaria, rischia di saltare. I nostri studi sono come le terapie intensive nel corso della prima ondata.”
“Senza alcun supporto da parte dei Distretti e dei Dipartimenti di prevenzione, anch’essi in evidente sovraccarico, non saremo in condizione di reggere ancora a lungo l’impatto della variante Omicron, che non porta ad un numero elevato di ospedalizzazioni, ma che ricade invece completamente sulla gestione assistenziale del medico di famiglia”, dichiara Luigi Sparano, della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale. Tra positività, quarantene, terapie domiciliari e consulti telefonici, sono centinaia le richieste che quotidianamente arrivano ai singoli medici di medicina generale, richieste di assistenza che si sommano a quelle in presenza negli studi. “Reggere quest’onda d’urto non è possibile”, spiega Corrado Calamaro, Fimmg. “La minore gravità dei pazienti affetti da Covid si traduce in un carico impossibile da sostenere, anche perché al medico di medicina generale viene demandata anche tutta la burocrazia legata alla gestione della malattia.”
Comprensibilmente, chi si ammala di Covid teme che la propria situazione possa aggravarsi, e richiede al proprio medico di famiglia un’attenzione enorme. Dal canto loro, i medici di medicina generale stanno rispondendo a tutte le chiamate, rassicurando i propri assistiti monitorandone le condizioni. “Ma fino a quando riusciremo a reggere – spiegano – considerando che stiamo viaggiando a più di 100mila contagi al giorno?”