I costi dell’ipertrofia prostatica

L’ipertrofia prostatica benigna (IPB), che consiste nell’ingrossamento della prostata è la malattia urologica maschile più diffusa interessando l’80% degli ultra 50enni italiani. Si contano 400mila interventi all’anno, è quindi secondo solo all’intervento di cataratta (500mila), che però colpisce entrambi i sessi mentre l’IPB interessa solo i maschi, con 14.854 ricoveri, una spesa per la terapia farmacologica di quasi 328 milioni di euro e 74.834 giornate di assenza dal lavoro. L’IPB incide pesantemente sulla qualità di vita con difficoltà a urinare, insopprimibile urgenza e aumentata frequenza minzionale anche notturna, e nei casi più gravi ritenzione urinaria che richiede il ricorso al catetere per svuotare la vescica. Quando la prostata si ingrossa e ostruisce il passaggio dell’urina e i farmaci non sono più efficaci, bisogna asportare il tessuto in eccesso (adenoma) con un intervento chirurgico, che oggi conosce la sua espressione più aggiornata nella tecnica mininvasiva del “laser a raggio verde” Greenlight, al triborato di litio.