La contraccezione ormonale compie 60 anni, ma viene ignorata dall’84% delle donne italiane in età riproduttiva

La storia della contraccezione ormonale è partita 60anni fa, intrecciandosi con le storie di tante donne che in questi decenni hanno potuto trarre sempre più autonomia e libertà, anche grazie a questa invenzione. L’evoluzione della contraccezione va infatti di pari passo con le storie quotidiane delle donne e dei loro traguardi. Un cammino lungo, con un compagno sempre presente: il ginecologo. Dal lontano 9 maggio 1960 a oggi, sono miliardi le donne che hanno fatto ricorso alla contraccezione ormonale: solo nel 2019, sono state 992 milioni, pari al 49% della popolazione mondiale in età riproduttiva (fonte Rapporto Nazioni Unite 2020), anche se in Italia è solo il 16% circa della popolazione femminile fertile ad utilizzarla, un dato tra i più bassi d’Europa, dove la media è del 21.4%. In particolare, nel nostro Paese risultano più critiche le classi di età più giovani: secondo la SIGO, Società Italiana di Ostetricia e Ginecologia, il 42% delle under25 italiane non utilizza nessun metodo contraccettivo durante la prima esperienza sessuale (Fonte Le Italiane, Sessualità E Contraccezione – SIGO, con il patrocinio SIC 2016).

Bayer, che da sessant’anni svolge un ruolo di primo piano nella ricerca a favore della salute femminile, presenta Ragazze, Che Storia, la nuova campagna in favore di una contraccezione consapevole e responsabile: #storiesdiragazze sarà il fil-rouge che coinvolgerà le donne, raccogliendo le loro testimonianze e raccontandole sui social, promuovendo la corretta informazione in ambito contraccettivo. Proprio in occasione del sessantesimo anniversario della nascita della contraccezione ormonale, la pagina Facebook di Bayer My Contraception Italia presenta uno speciale contributo video che ha per protagoniste tre esperte ginecologhe, in collaborazione con SIC, Società Italiana della Contraccezione.

In questo esclusivo video evento sui social, Franca Fruzzetti (Responsabile dell’ambulatorio di Endocrinologia Ginecologica dell’Ospedale Universitario Santa Chiara di Pisa e Presidente SIC), Rossella Nappi (Ordinario di Clinica Ostetrica e Ginecologica all’Università degli Studi di Pavia, IRCCS Policlinico San Matteo e membro del comitato direttivo della Società Internazionale di Endocrinologia Ginecologica), Manuela Farris (specialista in Ginecologia e Ostetricia e consigliere della SIC) celebreranno 60 anni di rivoluzione con la donna sempre al centro.

“La contraccezione ormonale quest’anno compie 60 anni. I primi contraccettivi contenevano dosi differenti di ormoni rispetto a quelli odierni”, dichiara la dott.ssa Franca Fruzzetti. “Da allora sono state apportate numerose modifiche nella loro composizione, modalità di assunzione, durata d’uso. È aumentata ulteriormente la loro sicurezza, così come sono aumentati i benefici, compresi quelli extra-contraccettivi che si associano al loro uso. Oggi le donne, dall’adolescenza alla menopausa, insieme al ginecologo possono scegliere il loro contraccettivo ideale e programmare la loro vita.”

Sessant’anni fa la pillola ha dato inizio ad una nuova serie di opportunità. Una storia che ha inizio a partire dal 1960, quando sugli scaffali delle farmacie di tutto il mondo arrivava la contraccezione ormonale: una pillola che è nella storia non solo della medicina e delle scoperte scientifiche del ’900, ma che rappresenta anche il simbolo dell’emancipazione femminile.

“L’introduzione della pillola ha segnato un prima e un dopo nella vita di tutte le donne e quello che siamo oggi, libere, in controllo del nostro corpo e in un rapporto paritario con il partner, lo dobbiamo anche a lei”, prosegue la dott.ssa Rossella Nappi. “Ancora troppe donne nel mondo non hanno questa opportunità e rendere accessibile a tutte la contraccezione ormonale sicura e una corretta informazione sul tema, è uno dei grandi obiettivi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per il nuovo millennio. Esistono ancora troppi falsi miti sulla pillola e informazioni sconosciute alle donne: non è poi così vero che fa aumentare di peso, mentre è corretto che riduce la formazione dell’acne e la peluria in eccesso, e protegge da alcuni tumori, primo fra tutti il tumore dell’ovaio, un vero nemico della salute.”

Ecco perché, a 60 anni, la pillola resta uno strumento rivoluzionario e adatto alle esigenze, sempre più in evoluzione, delle giovani donne: “La contraccezione ormonale mantiene il suo valore rivoluzionario anche dopo sessant’anni dalla sua invenzione, perché continua a consentire alle donne di scegliere il momento migliore della loro vita per vivere una gravidanza”, conclude la dott.ssa Manuela Farris. “Le giovani di oggi sono molto più impegnate di quanto non fossero le loro mamme o nonne, per questo poter avere a disposizione diversi metodi contraccettivi permette a loro di scegliere quello più adeguato alle proprie esigenze del momento. Nella mia esperienza, ad esempio, molte ragazze tra i 20 ed i 25 anni preferiscono scegliere metodi a lunga durata come i sistemi intrauterini, che permettono loro di avere una contraccezione sicura fino alla fine degli studi universitari o dopo l’entrata nel mondo del lavoro.”

Tra gli obiettivi futuri di Bayer, favorire l’accesso entro il 2030 alla contraccezione moderna a 100 milioni di donne nei paesi a basso e medio reddito. Con la nuova campagna Ragazze, Che Storia l’azienda conferma il proprio impegno nella ricerca a favore della salute femminile, studiando soluzioni innovative e sempre più efficaci per rispondere alle esigenze delle donne.

La campagna My Contraception Italia ha inizio nel 2018 per comunicare l’impegno di Bayer verso la salute di tutte le donne tramite la promozione di una corretta e completa informazione in ambito contraccettivo. L’obiettivo è fare educazione perché, in tema di contraccezione, corretta informazione, consapevolezza e responsabilità sono sinonimo di libertà.