Complice la tendenza a non vaccinare si sono diffuse nuove epidemie del morbillo in Europa. Nel 2017 solo quattro nazioni avevano raggiunto la soglia del 95%, contro 14 Paesi nel 2007. Il numero di bambini e ragazzi non vaccinati per il morbillo nell’Unione Europea, tra il 1999 e 2019, ha raggiunto quota 4,5milioni. In pratica, il nostro Paese si conferma tra i peggiori: nei primi 4 mesi del 2019 sono stati segnalati 864 casi, di cui 299 ad aprile; in Italia si stima che siano oltre 1milione i bambini e gli adolescenti non immuni. I più a rischio di contagio sono i neonati, troppo in là per essere coperti dagli anticorpi materni ma troppo piccoli per essere vaccinati, e gli adulti. La fascia d’età colpita dal morbillo in Europa nel 2018-2019 è quella tra i 3 e i 31 anni, mentre nel 2009 era tra i 2-18.
Nel triennio 2016-2019 il 35% dei contagiati sono stati i giovani di 20 anni, mentre tra i neonati la media annuale dei tassi di notifica è stata 44 volte più elevata rispetto alle altre fasce di età. Inoltre, i contagi si diffondono da un Paese all’altro della Ue, tanto che, sempre nel triennio 2016-2019, quasi la metà dei casi (43%) è stata “importata” da uno Stato membro con una copertura vaccinale bassa e in cui era in atto una epidemia di morbillo. L’Italia è uno dei Paesi, tra quelli in cui questa malattia è endemica, che più ha esportato casi ad altri Paesi europei: tra il 2016 e 2019 si stima che siano stati 81, valore che ci pone al secondo posto dopo la Romania (253), e prima di Germania (36) e Francia (33).
Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia nel periodo gennaio-aprile 19 Regioni hanno segnalato casi, ma oltre 2/3 sono stati registrati nel Lazio (245), Lombardia (233) ed Emilia Romagna (144). Nel 32,6% dei casi c’è stata almeno una complicanza, tra cui anche 2 casi di encefalite. In crescita anche l’età dei casi, salita a 30 anni. Sono stati inoltre segnalati 52 casi tra operatori sanitari e 15 tra gli operatori scolastici. Il 10% dei colpiti (86) aveva meno di cinque anni di età, di questi 31 avevano meno 1 anno. Le uniche regioni “morbillo-free” dall’inizio dell’anno a fine aprile sono state Valle d’Aosta e Basilicata, cui seguono la Sardegna con un caso e le provincie autonome di Trento e Bolzano con 2.