I consigli di Osservatorio Influenza sul ritorno dell’influenza stagionale

Dopo essere quasi “scomparsa” l’anno passato, grazie a un “galateo sociale” anti-Covid, l’influenza potrebbe ritornare a colpire il prossimo inverno, approfittando della ripresa delle attività. La stagione influenzale che sta per iniziare potrebbe essere di media intensità, con un numero compreso tra 4-6milioni di casi. I primi sono già stati isolati nel Nord Italia e nel Lazio. Gli epidemiologi concordano nel prevedere che quest’anno altri virus, come appunto quelli influenzali, possano tornare a circolare con maggiore facilità, di pari passo con l’allentamento delle misure restrittive e la ripresa di spostamenti e attività al chiuso. Già ai primi sbalzi di temperatura è possibile accusare i primi malanni di stagione con febbre e raffreddamenti, con quelli che solitamente vengono definiti virus para influenzali. In 2 bambini residenti nel Nord del Paese e in 1 ragazzo del Lazio sono inoltre già stati identificati i primi casi di influenza legati a virus di tipo A/H3N2. Si tratta per il momento di casi sporadici, con la vera e propria ondata influenzale attesa tra fine novembre e inizio dicembre.

I sintomi saranno i più tradizionali: almeno uno di carattere respiratorio (come ad esempio, naso che cola, naso chiuso, starnuti, mal di gola, etc.); brusco innalzamento della temperatura corporea oltre i 38 °C; la presenza di almeno 1 sintomo sistemico generale (brividi, spossatezza, dolori articolari, etc.). “In caso di comparsa di questi sintomi la cosa migliore da fare è evitare spostamenti e limitare il più possibile i contatti con?le?altre persone, in forma preventiva, e sottoporsi al tampone per rimuovere qualsiasi dubbio, proprio perché la variante Delta non presenta più quei sintomi peculiari del Covid, tipo la perdita di gusto e olfatto, ma ha modificato leggermente la propria sintomatologia assomigliando molto all’influenza classica”, afferma il prof. Fabrizio Pregliasco, direttore scientifico di Osservatorio Influenza, virologo, ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario I.R.C.C.S. Istituto Ortopedico Galeazzi. “Il trattamento raccomandato in caso di influenza è quello dell’automedicazione responsabile per attenuare i sintomi senza azzerarli, in accordo con il proprio medico curante. No quindi agli antibiotici se non su espressa indicazione medica, sì invece agli antipiretici.”

Curare l’igiene respiratoria (coprire la bocca e il naso se si tossisce o starnutisce), lavare spesso e con cura le mani, evitare i contatti con gli altri se si è malati sono i metodi più utili per ridurre la circolazione del virus. Ma, come stiamo vedendo con il Covid, il mezzo più efficace e sicuro di prevenzione rimangono comunque i vaccini. Ecco perché la raccomandazione degli esperti rimane quella di vaccinarsi anche contro l’influenza. Anche se si tende a considerare l’influenza come un malanno di stagione tutto sommato innocuo che si risolve dopo qualche giorno e senza lasciare conseguenze, sono in realtà 8-10mila le persone che ogni anno muoiono di complicanze legate a questa patologia. Vaccinandosi si contribuisce dunque a proteggere i soggetti più vulnerabili che corrono un rischio più alto di complicazioni severe e a diminuire gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri per influenza.

Il periodo più indicato per le profilassi è quello autunnale, a partire dal mese in corso così da avere una copertura almeno fino a febbraio-marzo. Tra le novità di quest’anno, la possibilità di ricevere il vaccino anche nelle farmacie. Sempre nell’ottica di limitare il più possibile la circolazione dei virus influenzali, anche quest’anno, come già era accaduto nella scorsa stagione, il vaccino viene offerto gratuitamente anche alla fascia di popolazione di età compresa tra i 60 e i 64 anni, oltre che agli over65. E viene raccomandato anche ai più giovani: “I bambini rimangono infatti i principali ‘untori’ per quanto riguarda l’influenza – dichiara Pregliasco – tanto più in epoca pandemica perché è più difficile per loro seguire le regole di protezione come l’uso della mascherina, il frequente lavaggio delle mani, il distanziamento, ed evitare di toccare occhi e bocca. Quest’anno, con le scuole aperte e la maggiore mobilità, ci aspettiamo più casi di influenza tra i piccoli rispetto allo scorso anno”, spiega. Ancora in una situazione di convivenza con il Covid-19, il vaccino antinfluenzale è comunque consigliato anche per le categorie meno vulnerabili per evitare l’assenteismo legato alla malattia e soprattutto facilitare la diagnosi differenziale tra i 2 virus. L’obiettivo è diffondere una copertura più alta di quella raggiunta negli anni passati e scongiurare il rischio di una sovrapposizione tra virus, per altro con sintomi analoghi. “Finora, grazie alla campagna vaccinale siamo riusciti a tenere sotto controllo il numero di contagi da Coronavirus, ma negli ultimi giorni si sta assistendo purtroppo a un nuovo aumento dei casi. La situazione va dunque monitorata in modo attento. Non è infatti escluso che nel prossimo inverno, complici l’arrivo del freddo e la diffusione di nuove varianti tra cui la variante Delta plus, ci possa essere anche in Italia un ultimo colpo di coda del virus e che la stagione possa essere caratterizzata dalla compresenza di Covid-19 e influenza, malattie con sintomi appunto molto simili. In quest’ottica – conclude Pregliasco – è bene non farsi dunque trovare impreparati. Utile utilizzare pure le vaccinazioni contro gli pneumococchi, che servono a proteggere dalle polmoniti e dalle bronchiti e che possono essere somministrate insieme all’antinfluenzale.”