Sono 7 i Centri CAR-T autorizzati alla somministrazione di linfociti in Lombardia, numero più alto tra le Regioni italiane. La partecipazione di specialisti e ricercatori allo sviluppo e alla sperimentazione delle terapie; la rete delle sezioni AIL che supporta il percorso di cura dei pazienti e dei loro familiari e collabora con i Centri per monitorare l’efficacia dei trattamenti. Sono alcuni dei fattori che collocano la Regione all’avanguardia nell’impiego delle CAR-T, le cure che ingegnerizzano i linfociti T per aiutarli a combattere i tumori e che rappresentano una grande speranza nel trattamento delle malattie oncologiche e oncoematologiche. Tre quelle già approvate a livello europeo – altrettante in dirittura di arrivo – con tassi di remissione completa fino all’82% per la Leucemia Linfoblastica Acuta, il tumore più frequente in età pediatrica, tra il 40 e oltre il 50% per due Linfomi non-Hodgkin molto aggressivi (Linfoma diffuso a grandi cellule B e Linfoma primitivo del mediastino) e un importante miglioramento della sopravvivenza (2 anni per il 51% dei pazienti) nel Mieloma.
Attualmente queste terapie vengono studiate anche per l’impiego contro altre malattie ematologiche e i tumori solidi. Le CAR-T sono una speranza sempre più concreta per quei malati che non rispondono alle terapie convenzionali, ma sollevano anche interrogativi su aspetti quali sicurezza, organizzazione, costi, modalità di accesso. Quali sono gli effettivi benefici delle CAR-T? Quali forme di tumore possono curare? Quali sono i pazienti che possono beneficiarne? Dove vengono somministrate? Come vengono gestiti gli effetti collaterali? E come renderle sostenibili per il Servizio Sanitario, alla luce dei loro costi? Il “laboratorio lombardo” è il punto di osservazione ottimale per rispondere a queste domande e per questo motivo è Milano a ospitare la prima tappa di CAR-T – Destinazione Futuro, campagna itinerante e online promossa da AIL, Associazione Italiana Contro Leucemie, Linfomi e Mieloma, realizzata con il supporto non condizionante di Celgene, Janssen e Novartis: una sorta di “viaggio nel futuro” della lotta ai tumori, al quale sono invitati a partecipare pazienti, familiari, medici e Istituzioni, articolato in eventi sul territorio e attività digitali finalizzate ad accrescere l’informazione, misurare le aspettative, far emergere bisogni e criticità.
“L’arrivo delle CAR-T ha aperto nuove prospettive per alcune malattie ematologiche, ha innescato grandi aspettative tra i pazienti e i loro familiari e ha suscitato grande entusiasmo anche tra noi ematologi, ma serve un’informazione corretta, puntuale e trasparente per chiarire dubbi e incertezze su una terapia così innovativa”, afferma Sergio Amadori, presidente nazionale AIL. “Per questo AIL ha deciso di scendere in campo con una campagna itinerante e online di informazione sulla terapia, realizzata con il supporto delle aziende farmaceutiche primarie impegnate nella produzione delle CAR-T. L’obiettivo è spiegare ai pazienti e ai loro familiari che l’arma delle CAR-T c’è ed è efficace, ma in questo momento non è un’arma per tutti, è indicata solo per alcuni tipi di malattie ematologiche e solo per pazienti con requisiti adeguati, in Centri autorizzati. L’altro obiettivo – prosegue Amadori – è aprire a livello nazionale e locale un confronto con specialisti e decisori per valutare le criticità e per creare le premesse affinché questa innovazione abbia pieno successo.”
Le attività della campagna prevedono una landing page dedicata all’interno del sito di AIL con tutte le più importanti informazioni relative alle terapie CAR-T, insieme a una mappa dei Centri autorizzati alla somministrazione. I capoluoghi regionali che ospitano Centri abilitati alla somministrazione ospitano eventi che coinvolgono specialisti, pazienti, caregiver, i volontari AIL e i media per fare il punto sullo stato dell’arte sulla terapia CAR-T, le criticità nella Regione, le aspettative e le domande dei pazienti. Le attività di informazione sono arricchite da un video-racconto orale, disponibile sulla pagina della campagna, nel quale Andrea Grignolio, docente di Storia della Medicina e Bioetica dell’Università San Raffaele di Milano – CNR Ethics, narra il percorso di scoperta che ha portato a questo approccio rivoluzionario nel trattamento dei tumori.
Le CAR-T (chimeric antigen receptor T cell therapies) sono la nuova frontiera della medicina personalizzata nel campo dei tumori e rappresentano un’opzione terapeutica in quei pazienti nei quali le precedenti strategie terapeutiche standard (chemioterapia e trapianto di cellule staminali emopoietiche) hanno fallito: i linfociti T prelevati dal sangue del paziente, vengono “armati” in modo tale da esprimere sulla propria superficie il recettore CAR, che li aiuta a riconoscere le cellule maligne e neutralizzarle, per poi essere reinfuse nel paziente stesso.