La Capsula endoscopica è una metodica moderna, sicura e tecnologicamente avanzata per la visualizzazione dell’apparato digerente. Si tratta di una pillola monouso ingeribile dotata di una o due telecamere che acquisiscono immagini dell’intestino mentre lo percorrono sfruttando la sua naturale peristalsi. L’evoluzione della metodica e della tecnologia rende oggi disponibili strumenti diversi in base alla tipologia di indagine richiesta; la capsula endoscopica è infatti oggi disponibile in quattro modelli. È già utilizzata per una diagnostica precisa e affidabile delle malattie gastrointestinali e rappresenta il gold standard per il tratto dell’intestino tenue.
In Italia, nonostante la sua introduzione nei nuovi LEA, la metodica è ancora poco diffusa, in quanto vengono effettuati 7.000 utilizzi l’anno contro i 25.000 francesi. Nei prossimi giorni saranno presentati a Milano i dati di un’indagine conoscitiva dedicata all’utilizzo di questa specifica metodica a livello italiano con un focus sulla malattia di Crohn, infiammazione cronica intestinale che può colpire tutto il tratto gastrointestinale le cui cause sono ancora sconosciute. Caratterizzata da ulcere intestinali, spesso alternate a tratti di intestino sano, se non curata adeguatamente può portare a complicanze quali stenosi o fistole che possono richiedere un intervento chirurgico. I sintomi possono variare dal dolore addominale alla diarrea cronica, alla perdita di peso o alla febbricola; può anche interessare la regione anale con fistole o ascessi. Nella maggior parte dei casi, la terapia immunosoppressiva e il controllo regolare permettono di controllare la malattia e la sua progressione.