Campagna Men’s Pro, “anche il Rugby contro il tumore della prostata”

Pfizer Italia promuove, in collaborazione con Europa Uomo e la Federazione Italiana di Rugby, la campagna di comunicazione e informazione Men’s Pro, che sfruttando il parallelismo con il gioco del rugby mira a sensibilizzare il grande pubblico sui rischi di questo big killer, ma soprattutto si rivolge ai pazienti e ai loro caregiver per superare le barriere e il senso di isolamento che ancora troppo spesso sono legate a questa patologia maschile. Raccontando le diversi fasi della malattia dal punto di vista del paziente, dei caregiver, dei clinici (Oncologi e Urologi) e del team multidisciplinare (Nutrizionista, Sessuologo, Psiconcologo), l’iniziativa intende far sentire gli uomini affetti da carcinoma alla prostata metastatico come parte di una grande squadra. E questo anche attraverso il coinvolgimento della Nazionale Italiana di Rugby, i cui giocatori sono stati protagonisti di una campagna multi soggetto, nella quale – insieme a pazienti e caregiver – si amplifica il messaggio che, anche con questo tumore, non si è mai soli, fornendo così un sostegno concreto ai pazienti e a coloro che se ne prendono cura. La campagna verrà veicolata attraverso il sito dedicato menspro.it e un piano di comunicazione media e social che prevede la diffusione, oltre che dei visual realizzati con la Nazionale Italiana di Rugby, anche di contenuti di approfondimento, a cura della squadra di Specialisti in Oncologia, Urologia e di altre discipline.

Il carcinoma prostatico è il tumore più frequente nella popolazione maschile nei Paesi occidentali e, in Italia, rappresenta il 19,8% di tutti i tumori maschili, con 41mila nuove diagnosi nel 2023. Ad oggi, sono 564mila gli Italiani che convivono con una diagnosi di tumore della prostata, e di questi oltre il 5%, come dato di prevalenza, soffre della sua forma più grave, il tumore della prostata metastatico. Inoltre, tra i pazienti con malattia metastatica, il 66,1% ha sviluppato la forma resistente alla castrazione. “Sono la prevenzione e la disponibilità di strumenti diagnostici sempre più precisi a rendere, oggi, il tumore alla prostata uno dei più curabili”, dichiara Sergio Bracarda, oncologo, presidente nazionale della Società Italiana di Uro Oncologia SIUrO. “Prima si individua il problema, più alte sono le probabilità di guarire, anche attraverso terapie poco invasive. Lo stesso aumento dell’incidenza è legato alla maggiore probabilità di diagnosticare questa neoplasia attraverso controlli periodici di esami come il PSA, che vanno effettuati con una frequenza variabile a seconda delle fasce d’età e della storia personale del paziente dopo adeguata informazione sul rischio di diagnosticare anche forme non aggressive di malattia. Grazie all’analisi molecolare della malattia, inoltre, anche le forme di carcinoma prostatico metastatico hanno cominciato ad essere fronteggiate con maggiore successo grazie all’impiego di terapie mirate che agiscono sui meccanismi di riparazione cellulare. La disponibilità di queste nuove strategie terapeutiche, infatti, sta davvero cambiando la prognosi di queste patologie – estremamente pesante fino ad alcuni anni fa – soprattutto se resistenti alla castrazione, riuscendo non solo ad allungare sensibilmente l’aspettativa di sopravvivenza dei pazienti, ma anche a garantire loro una buona qualità di vita.”