La presenza di calcio coronarico (coronary artery calcium, CAC) nelle arterie può aiutare a determinare il rischio di avere un infarto. A sostenerlo sono alcuni ricercatori americani dell’Intermountain Healthcare Heart Institute di Salt Lake City, Nevada, che hanno presentato uno studio in occasione dell’American College of Cardiology Scientific Sessions di Atlanta.
Per arrivare a queste conclusioni gli autori della ricerca hanno individuato 5.547 pazienti senza una storia di malattia coronarica che hanno avuto accesso all’Intermountain Medical Center per dolore toracico nel periodo compreso tra aprile 2013 e giugno 2016. Questi soggetti sono stati sottoposti a scansioni Pet/Tc per valutare eventuale ischemia, un’interruzione del normale flusso sanguigno attraverso le arterie cardiache ai tessuti muscolari del cuore. Questa indagine ha inoltre ricercato la presenza di CAC, ovvero depositi di calcio sulle pareti delle arterie del cuore. I ricercatori hanno scoperto che i pazienti le cui scansioni hanno rivelato presenza di CAC avevano un rischio più elevato di andare incontro a un evento cardiaco in 90 giorni rispetto ai pazienti la cui PET/TC mostrava assenza di CAC. Gli studiosi hanno inoltre scoperto che i pazienti con CAC presentavano, negli anni seguenti, un rischio maggiore di malattia coronarica ostruttiva di alto grado.
“Attraverso questi risultati comprendiamo più chiaramente che la presenza di calcio coronarico può aiutarci a predire chi ha maggiori probabilità di avere un evento cardiaco non solo nel lungo termine ma, quando i sintomi sono presenti, anche nell’immediato futuro”, spiega il prof. Viet T. Le, principale coordinatore dello studio.