Calabria, mobilità sanitaria passiva: “Oltre il 40% dei pazienti oncologici costretti a curarsi fuori Regione. Presentata la nuova Guida per i Pazienti Oncologici Calabresi

Oltre il 40% dei pazienti oncologici Calabresi si cura fuori Regione, specialmente per interventi chirurgici complessi e terapie innovative. Il nuovo Piano Oncologico della Regione Calabria 2023-2027 (DCA-82/2024) introduce il modello comprehensive cancer care network CCCN, per “migliorare l’accesso ai servizi oncologici e garantire cure più efficaci sul territorio che arrivino ai pazienti e alle loro famiglie, tramite la giusta informazione e comunicazione”. Tra le criticità individuate:

  • Screening oncologici carenti, con bassi tassi di adesione per mammella, cervice uterina e colon-retto;
  • Assistenza discontinua e mancanza di una rete oncologica ben organizzata e che sappia informare bene con i pazienti;
  • Scarsa disponibilità di cure palliative, fondamentali per garantire una migliore qualità della vita ai pazienti;
  • Necessità di rafforzare i Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali PDTA per garantire equità nell’accesso ai trattamenti e includere i pazienti e le associazioni pazienti ai tavoli decisionali.”

Viene inoltre descritto il percorso che il paziente deve seguire, dal momento della diagnosi fino alla presa in carico da parte delle strutture specializzate, evidenziando il ruolo della Rete Oncologica Regionale e dei Centri di riferimento per le diverse patologie tumorali. Nel corso delle sessioni di discussione – cui ha preso parte anche il dott. Antonino Graziano, vicepresidente nazionale Federsanità Anci e direttore generale ASP Cosenza – in merito al problema della mobilità sanitaria passiva, i Relatori hanno sottolineato “la necessità di rafforzare la Rete Oncologica Regionale, migliorare l’accesso ai Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali e garantire la disponibilità dei farmaci oncologici nei tempi e nei luoghi giusti”, ribadendo il principio del “curare con cura” al fine di “apportare qualità alle cure e alla vita dei pazienti”.

“Limitata significativamente”, anche durante la lunga fase di commissariamento della Sanità calabrese, la migrazione sanitaria per le patologie ematologiche, anche grazie “all’eccellenza delle strutture e all’implementazione di trattamenti innovativi, come le terapie cellulari”.