Bulevirtide, nuovo farmaco contro l’Epatite Delta

Bulevirtide. Questo il nome del nuovo farmaco contro l’epatite Delta, già approvato dall’Ema a livello europeo e che si appresta a essere approvato anche da Aifa in Italia. “Il nuovo farmaco bulevirtide è unico per meccanismo d’azione e somministrazione”, dichiara il prof. Pietro Lampertico, ordinario di Gastroenterologia all’Università degli Studi di Milano. “Rappresenta un progresso rivoluzionario perché permette di trattare anche senza interferone pazienti che prima non potevano ricevere alcuna terapia.” L’Epatite Delta si manifesta solo nelle persone affette da Epatite B. Si stima che nel mondo ci siano 10-20milioni di soggetti coinvolti e che circa il 10% dei pazienti affetti da Epatite B abbiano anche la Delta, sebbene in tanti non ne siano consapevoli. In Italia si stima siano 15mila persone. “L’Epatite Delta è tra le diverse epatiti la più severa, in quanto progredisce assai rapidamente, fino a 10 volte di più rispetto all’Epatite B”, spiega Alessio Aghemo, segretario Aisf Associazione Italiana per lo Studio del Fegato. “L’infezione provoca un’infiammazione cronica che genera necrosi, le cellule epatiche vanno incontro a mutazioni genetiche, che alla fine determinano un clone cellulare che si espande fino a diventare epatocarcinoma. Se per l’Epatite B esistono trattamenti efficaci, finora non si è potuto dire altrettanto per la Delta. Inoltre, vi è il problema della rilevazione: meno di 1 paziente su 2 con HBV è testato per la Delta. Anche nei centri epatologici spesso c’è poca formazione, sebbene siano sufficienti semplici esami del sangue per diagnosticarla. Questo fa sì che vi sia un notevole sommerso e che le diagnosi siano spesso tardive, lasciando che il virus danneggi il fegato e che, tra coloro che non sono protetti da vaccino, si diffondano i contagi, che possono avvenire per via parenterale e sessuale.”