Bronchiolite da virus sinciziale, Bussolin: “Per molti bambini necessario ricovero in terapia intensiva”

“Circa il 10% dei casi ospedalizzati per bronchiolite presenta una gravità tale da rendere necessaria la gestione in terapia intensiva da parte di medici specialisti in anestesia e rianimazione, o con competenze specifiche acquisite a riguardo con percorsi formativi certificati in terapia intensiva pediatrica. Quest’anno, per l’aumento straordinario dei casi, molti bambini hanno richiesto il ricovero in terapia intensiva. Tuttavia, se trattati tempestivamente da équipe qualificate, anche i pazienti più gravi hanno normalmente un esito favorevole”, dichiara il prof. Leonardo Bussolin, presidente della Società Medica di Anestesia e Rianimazione Neonatale e Pediatrica Italiana, SARNePI. L’infezione delle basse vie aeree nei bambini al di sotto dei 2 anni di età hanno come causa principale il virus respiratorio sinciziale e, in misura minore, il virus influenzale e quelli parainfluenzali. Le malattie più rischiose che ne conseguono sono le bronchioliti, la cui epidemia sta attualmente interessando l’intero territorio nazionale, mettendo sotto pressione, in ordine crescente d’intensità di cure, i reparti di pronto soccorso, di Pediatria e di Terapia Intensiva Pediatrica.

“Finora – continua Bussolin – nonostante non si sia ancora intervenuti con un opportuno potenziamento dei posti letto della rete delle 33 terapie intensive pediatriche nazionali, l’impatto sulle terapie intensive è stato affrontato efficacemente, grazie ad un importante sforzo organizzativo da parte degli anestesisti rianimatori pediatrici, al fine di garantire un’ appropriata gestione clinica, specialmente nella popolazione di pazienti più piccoli e delicati, rappresentata da neonati e lattanti affetti da gravi insufficienze respiratorie.”