Bergamo. In arrivo l’infermiere “di famiglia”

Ultime fasi preparatorie in vista dell’attivazione dell’infermiere di famiglia e di comunità i cui corsi di formazione si sono svolti all’Auditorium L. Parenzan dell’Ospedale di Bergamo. Questa nuova figura si occuperà innanzitutto di potenziare le azioni preventive al diffondersi del contagio da coronavirus. L’infermiere collaborerà al monitoraggio delle persone in isolamento domiciliare e favorirà il raccordo con i servizi di prevenzione e cure primarie dell’ATS, con i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, le unità speciali di continuità assistenziale (USCA), le Unità Territoriali per l’Emergenza Sociale Covid-19 (UTES). Tra le sue attività rientrano anche l’educazione alle famiglie in merito ai comportamenti per l’isolamento e la collaborazione alla campagna vaccinale antiinfluenzale.

L’obiettivo dei corsi di formazione rivolti ai nuovi infermieri è quello di garantire l’orientamento, l’ambientamento e l’inserimento nei contesti territoriali in cui sarà attivato il servizio. I corsi, sotto il coordinamento di Monica Casati, responsabile della formazione per la Direzione delle professioni sanitarie e sociali, sono strutturati in tre fasi. La prima fase di orientamento ha avuto l’obiettivo di approfondire gli elementi caratterizzanti la figura dell’infermiere di famiglia e comunità e la declinazione di tale modello assistenziale nel contesto della ASST Papa Giovanni XXIII; la seconda fase, di ambientamento sul territorio, la prevenzione delle infezioni e la sorveglianza sanitaria con particolare riferimento alle condizioni COVID-19, la rete di servizi e delle strutture con cui l’infermiere di famiglia e di comunità avrà una collaborazione costante; la terza, di inserimento/attivazione, consoliderà gli elementi del ruolo e di attivazione del servizio nella sua fase pilota.

Questa importante figura di riferimento per le persone, le famiglie e la comunità nei contesti territoriali è stata introdotta da Regione Lombardia con apposito provvedimento. Al progetto hanno contribuito, per la Direzione delle professioni sanitarie e sociali, Cristina Caldara, responsabile Processi Socio Assistenziali Territoriali e le coordinatrici infermieristiche Anna Maria Lidani, responsabile Coordinamento del Personale e Cinzia Prometti, coordinatore Infermieristico del Servizio Infermieri di Famiglia e Comunità, PreSST Servizi Sanitari di Continuità. “Questa nuova funzione infermieristica a livello territoriale completa l’insieme delle figure preposte a garantire la continuità delle cure e della presa in carico assistenziale”, commenta Simonetta Cesa, a capo della Direzione delle Professioni Sanitarie e Sociali dell’ASST Papa Giovanni XXIII. “Ringrazio la Direzione delle professioni sanitarie e sociali ed il Servizio Risorse Umane – dichiara il direttore sociosanitario, Fabrizio Limonta – per la rapidità con la quale hanno concluso la procedura di reclutamento degli infermieri.”