
Il National Institute for Clinical and Healthcare Excellence (NICE) britannico ha pubblicato le nuove linee guida per il trattamento del “mal di gola”, sostenendo che il ricorso agli antibiotici è inutile. In primo luogo, perché nella maggioranza dei casi anche faringiti e tonsilliti sono dovute a virus, e non a batteri; secondariamente perché, anche quando si tratta di infezioni batteriche, il ricorso all’antibiotico cambia di poco l’evoluzione del disturbo. Se generalmente i sintomi si risolvono in sette giorni, con l’assunzione del farmaco, dicono gli studi, il decorso si abbrevia di poche ore: “In compenso, si corre il rischio di selezionare una popolazione batterica capace di sopravvivere all’azione dell’antibiotico”.
Il NICE raccomanda quindi di ricorrere a antinfiammatori e analgesici, per contrastare i sintomi dolorosi, medicinali che sono disponibili anche senza ricetta. “Il messaggio è semplice: anche se si ha in casa un antibiotico avanzato da una precedente occasione, assumerlo in queste circostanze è inutile e, anzi, controproducente, così come non ha senso insistere con il medico, o il farmacista, per ottenere questi medicinali che sono dispensabili solo dietro prescrizione”, spiega Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani. “Poi è evidente che se la situazione peggiora, il disturbo si prolunga oltre i sette giorni o ai sintomi locali si aggiunge una situazione di malessere generale è fondamentale ricorrere al medico. Questi possono sembrare episodi di importanza minore, ma è proprio dall’impiego scorretto degli antibiotici per condizioni molto diffuse che viene alimentato il fenomeno dei cosiddetti superbatteri.”